Tragedia sulle montagne di Brescia durante l’ottava edizione dell’Adamello Ski Raid gara che si tiene tra Ponte di Legno e il passo del Tonale, quando uno scialpinista, originario di San Secondo di Pinerolo in provincia di Torino, è morto a causa di un arresto cardiaco che non gli ha lasciato scampo. Si tratta di Omar Ferrero, 42 anni, tesserato per lo Sci club Prali Val Germanasca, quindi non certamente un principiante. L’atleta è morto mentre stava gareggiando con il compagno Ivan Monnet.
Nonostante l’arrivo tempestivo del Soccorso Alpino per Omar non c’è stato nulla da fare. L’infarto è stato fulminante.
Brescia morto scialpinista: le parole dell’Adamello Ski Raid
Il comitato dell’Adamello Ski Raid ha deciso di limitare i toni celebrativi della premiazione che si è svolta all’insegna della massima sobrietà. “La gioia dei vincitori della gara, delle squadre salite sul podio e la soddisfazione di tutti gli scialpinisti giunti all’arrivo e del comitato organizzatore, dichiarano, si sono però ben presto tramutate in tristezza e in cordoglio quando è giunta la notizia che uno dei concorrenti, colpito da un malore, era deceduto”.
Ora la salma si trova in camera mortuaria ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’uomo, come riportato, è stato prontamente assistito dal compagno di squadra Ivan Monnet e dal personale sanitario presente in quota e successivamente trasportato a valle dal servizio di elisoccorso col coordinamento dell’autorità giudiziaria di Brescia.
Alessandro Mottinelli, organizzatore della competizione, conferma con dolore che si è trattato di un infarto ed esprime il suo cordoglio:
“Non c’è stato nulla da fare per salvargli la vita, nonostante la tempestività dei soccorsi. Siamo costernati: doveva essere per tutti noi una bella giornata di sport, purtroppo funestata da questa tragedia. Abbiamo fatto l’impossibile per garantire il più pronto intervento di soccorso, ma non è servito a nulla. Siamo addolorati e in queste ore di lutto esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari e agli amici della vittima”.
I dati sugli incidenti in montagna
La morte di Omar Ferrero è solo l’ultima delle vittime che sempre più spesso si registrano in montagna. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che si occupa delle attività di soccorso in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale, con 7000 operatori altamente specializzati, ha presentato un report delle attività svolte nel corso dello scorso anno.
Nel 2022 infatti, sono state 10.367 le missioni di soccorso portate a termine dal soccorso alpino con un incremento del 9,8% rispetto all’anno precedente. Sempre nel 2022 registrate anche oltre 185 mila le ore/uomo suddivise in 31.262 giornate/uomo impiegate nel corso dell’anno in operazioni di soccorso.
Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e il malore (13,7%). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (3,7%) e lo shock anafilattico (0,80%).
Nel 2022 ci sono state 504 vittime in incidenti in montagna, con un incremento del 13,5% rispetto all’anno precedente. I feriti leggeri sono stati 4297 mentre 1298 sono stati i feriti gravi e 228 con funzioni vitali compromessi.
Il 50% degli interventi del Soccorso Alpino si concentra nei mesi estivi di Giugno (9,5%), Luglio (14,6%), Agosto (16%) e Settembre (10,1%).
Come ogni anno, nella graduatoria delle attività svolte dalle persone per le quali è stato necessario l’intervento dei soccorritori, la più rilevante è stata l’escursionismo con il 51,6%. Seguono la mountain bike con il 15,2%, l’alpinismo con il 7,2%, le ferrate con 3,8% (55 persone soccorse rispetto alle 65 del 2021), lo scialpinismo con il 2,4% (35 persone soccorse rispetto alle 79 del 2021), gli incidenti sul lavoro con il 2,1%, il parapendio con l’1,7% (25 persone soccorse rispetto alle 23 del 2021), l’arrampicata sportiva con l’1,6%, la ricerca di funghi con l’1,4%.