ROBINHO RITIRATO PASSAPORTO – Nuovi guai all’orizzonte per Robinho, sotto scacco del governo brasiliano.
L’ex calciatore aveva ricevuto una condanna a 9 anni di carcere per violenza sessuale da parte della Corte di Giustizia italiana, ma, rimanendo nel suo paese ha evitato il carcere. Una possibile fuga però, non è mai stata esclusa. Per questo motivo, nella giornata di sabato 25 marzo 2023, è stato recapitato all’ex Milan, un diktat e l’obbligo di consegnare il proprio passaporto entro cinque giorni. Il fatto è stato riportato da O Bola.
Robinho ritirato passaporto
Le Forze dell’Ordine carioca hanno chiarito sulla questione Robinho: “La gravità del reato, la ripercussione internazionale del caso e le condizioni economiche del calciatore, che potrebbero facilitarne l’eventuale fuga dal Brasile“. Questo fa capire che prima o poi, i guai si pagano.
Presto, lo Stato italiano consegnerà tutta la documentazione allo Stato brasiliano, in modo da permettere al giocatore di scontare la pena direttamente in Brasile, senza l’estradizione in Italia.
Il pericolo per cui i giudici brasiliani ritengono che possa scappare è oggettivo, facendo fede anche alle parole espressa dalla Polizia del posto. Dopo il no del Brasile all’estradizione italiana, il paese sudamericano ha acconsentito a far scontare la pena nel medesimo Stato.
La condanna
La condanna è arrivata ormai un anno fa da parte della Corte di Giustizia italiana a nove anni di carcere, per un violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza albanese avvenuta a Milano circa dieci anni fa.
L’ex attaccante di Milan e Real Madrid, indicato da Pelé come suo “erede”, si è rifugiato da tempo, come uomo libero, nel suo Brasile. Il tempo di totale libertà sembrerebbe però scaduto. Nelle scorse ore infatti, il 39enne ha ricevuto una misura cautelare da parte del suo Paese.
O Bola ha fatto sapere che l’ex calciatore brasiliano avrebbe ricevuto un diktat di non lasciare il paese, con tanto di riconsegna del suo passaporto entro e non oltre cinque giorni.
Lo sconto della pena
Come fatto sapere già lo scorso mese, Robinho accusato di stupro, avvenuto ai tempi della sua avventura rossonera, potrebbe scontare il Brasile i nove anni di carcere a cui è stato condannato. Per giungere a tale conclusione, ha insistito molto la giustizia italiana. Il Procuratore Generale Carlos Frederico Santos ha dichiarato che non ci sono ostacoli al trasferimento della condanna e ha consegnato alla giustizia quattro indirizzi per invidiare l’ex calciatore, tutti a Baixada Santista, sulla costa di San Paolo. Questo è quanto accaduto poco tempo fa.
Il rifiuto del Brasile all’estradizione
A ottobre 2022, il Ministero della Giustizia ha inoltrato al Brasile la richiesta di estradizione per Robinho, condannato in via definitiva, insieme a un amico. L’ex fantasista rossonero era stato accusato il 19 gennaio 2022, a nove anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo su una 23enne albanese. Il drammatico fatto avvenne in un locale di Milano, nella notte del 22 gennaio 2023, quando appunto lui era al Milan.
Una volta ricevuta la richiesta di estradizione verso l’Italia, era stato informato l’Ufficio esecuzione della Procura milanese, che ha poi emesso un mandato d’arresto internazionale, con istanza di estradizione per l’ex calciatore con atti firmati dal PM Adriana Blasco.
Il Brasile, con all’epoca l’ex Presidente Jair Messias Bolsonaro, aveva negato l’estradizione. Nei suoi riguardi, Robinho aveva speso parole di ringraziamento in un audio inviato a un amico e poi reso pubblico: “Più lo massacravano e più è cresciuto, io mi sento come lui. La verità sarà svelata“.