Abolizione canone Rai Salvini. Matteo Salvini è nuovamente tornato all’attacco in merito al tema dell’abolizione del canone Rai. Il ministro delle Infrastrutture nel corso di un incontro elettorale di sabato 25 marzo ha parlato ancora una volta di questa tematica: “Stiamo ragionando anche con il Ministro dell’Economia di come negli anni far pesare meno sul portafoglio degli italiani il canone Rai, perché, diciamocela tranquillamente, il servizio pubblico spesso lo fanno le televisioni locali, le radio locali, i giornali locali“, riporta Ansa.
Già lo scorso settembre Salvini aveva lanciato questa ipotesi: “Il governo deve fare qualcosa: grazie a Renzi (Matteo Renzi, ndr) da qualche anno sulle bollette non c’è solo la luce, c’è anche il canone Rai. Chi sceglie la Lega, la prossima settimana, ci dà la possibilità per abolire il canone Rai“. Dopo la fine del Festival di Sanremo ha ribadito il concetto in una intervista a Telelombardia: “Ci sarà da fare una riflessione sul canone, su quello che costa la Rai, su certi superstipendi e sugli agenti esterni […] Bisogna togliere il canone Rai dalla bolletta e lavorare per ridurlo, abbassarlo o, come in altri Paesi europei, per eliminarlo. Va ripensato profondamente il ruolo del servizio pubblico“.
Abolizione canone Rai Salvini: le motivazioni
Poi Salvini è tornato sull’argomento anche qualche giorno fa con un post su Twitter dopo la gaffe di Lucia Annunziata: “Abolizione del Canone RAI: la Lega come promesso ha presentato una proposta di legge, chiediamo il sostegno di tutti per approvarla. #Annunziata“.
Ma cos’è successo? Durante l’intervista con la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella la Annunziata ha avuto una uscita infelice. “La maternità surrogata? Dobbiamo chiamarla con il suo nome, ‘utero in affitto’. Questo mette a fuoco il passaggio di denaro, bisogna leggere i contratti di maternità surrogata e si apre un mercato per i bambini. Questo per la prima volta nella storia dell’umanità, ci sono fiere nel mondo, ci hanno provato pure a Milano. Questa pratica può costare sui 100mila euro, una cosa per benestanti, ma alle donne arrivano dieci mila euro“, ha dichiarato la Roccella.
“Stiamo parlando di una scelta ideologica, ed è legittimo, questo si può fare senza surrettiziamente, mi perdoni, senza chiudere in Commissione del Senato le politiche europee per poi bloccare la trascrizione dei certificati di nascita dei figli già nati: prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, ca**o“, ha replicato la conduttrice, chiedendo poi scusa per i toni. Queste scuse però non sembrano essere bastate.
Lucia Annunziata, in arrivo esposto Agcom: “Parole più adatte al Grande Fratello”
Oltre alla richiesta di abolizione del canone Rai l’Associazione Utenti dei servizi Radiotelevisivi è intervenuta annunciando un esposto all’Agcom e una richiesta di incontro al CdA della Rai. “In un programma di informazione della rete pubblica, dove sono presenti ospiti istituzionali e rappresentanti di Governo e Parlamento, non è tollerabile l’utilizzo di linguaggi scurrili“, ha fatto sapere l’Associazione all’agenzia di stampa Adnkronos.
Ma non solo. “I termini utilizzati da Lucia Annunziata nel suo sfogo sono forse più adatti a trasmissioni trash come il ‘Grande Fratello’, e oltre ad essere inopportuni potrebbero rappresentare una violazione delle norme che regolano il servizio pubblico radiotelevisivo”.
“Il problema non è nemmeno la parolaccia che ha usato, ma la protervia con cui si è rivolta anche al Parlamento e alle Commissioni, imponendo a Camera e Senato la sua agenda e la sua visione. L’Annunziata lo fa con spontaneità. È la tipica intolleranza para stalinista di alcuni settori della sinistra che sono ossessionati da questo tema. Per fortuna presto anche nel servizio pubblico ci sarà una stagione di libertà e di pluralismo, che restituirà gli stalinisti a Stalin e la televisione a un vero e arioso dibattito delle idee“, ha invece detto il vicepresidente del Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri con un post su Twitter.