Il Presidente del Brasile Lula è stato costretto ad annullare il viaggio in Cina per incontrare Xi Jinping a causa di una polmonite che lo ha costretto al ricovero in ospedale. Ricoverato dal 23 marzo a Brasilia, nonostante il miglioramento delle ultime ore, il servizio medico ha raccomandato che il presidente rinvii il viaggio in Cina fino alla fine dell’infezione virale. Accompagnato da una delegazione di 240 imprenditori, Lula era atteso da domani a Pechino dove era prevista la firma di una ventina di accordi in tema di commercio, promozione del turismo, ambiente, scienza e tecnologia. In agenda anche l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping. Il viaggio è stato rinviato a data da destinarsi.

Oltre ai vari accordi commerciali fra Brasile e Cina, il presidente Luis Inacio Lula da Silva era intenzionato a proporre al suo corrispettivo la creazione di un ‘club della pace’ per mediare fra Russia e Ucraina con l’obiettivo di porre fine al conflitto. Una mossa che serviva anche al paese sudamericano per ristabilire il proprio prestigio diplomatico perso durante gli anni di relativo isolamento voluto da Bolsonaro. “Siamo molto interessati a promuovere o aiutare a generare un qualche tipo di incontro che porti a un processo di pace”, ha dichiarato Mauro Vieira, ministro degli Esteri brasiliano, in un’intervista al Financial Times. “Il Presidente ha detto molte volte che sente parlare molto di guerra ma molto poco di pace. È interessato a conversazioni sulla pace”, ha aggiunto.

L’idea di porsi come mediatore nel conflitto europeo era stata resa nota ad inizio anno quando aveva dichiarato “è tempo che la Cina si sporchi le mani. Il mio suggerimento è di creare un gruppo di Paesi che cerchi di sedersi al tavolo con l’Ucraina e la Russia per cercare di trovare la pace”, aveva aggiunto. Un analista citato dal Financial Times, Ryan Berg, senior fellow al Center for Strategic and International Studies, afferma che “il problema è che il Brasile non è in una posizione tale da poter influire sull’esito di questa guerra, né è visto da molti come un arbitro neutrale, data… la sua appartenenza ai Brics”.

Cosa è la Brics?

BRICS è un acronimo usato in economia internazionale per riferirsi ai seguenti paesi: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Questi paesi condividono una situazione economica in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali strategiche e, soprattutto, sono stati caratterizzati da una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) e della quota nel commercio mondiale, specie agli inizi del XXI secolo. Tali economie si propongono di costruire un sistema commerciale globale attraverso accordi bilaterali che non siano basati esclusivamente sul petrodollaro.

L’acronimo BRICS deriva dal precedente BRIC con l’aggiunta del Sudafrica. Da esso deriva anche BRICST, per l’inclusione della Turchia tra i paesi emergenti nell’ambito dell’economia mondiale. Questo paese però non è mai stato accettato nel gruppo e, quindi, non partecipa alle sue attività. Uno degli obiettivi dei BRICS è la de-dollarizzazione del mercato finanziario globale.

Nel novembre 2010 il Fondo Monetario Internazionale ha incluso i Paesi BRIC tra i dieci paesi maggiori azionisti, insieme a Stati Uniti d’America, Giappone e ai quattro paesi più popolati dell’Unione europea (Francia, Germania, Italia e Regno Unito) di allora.

A seguito della mancata ripartizione delle quote, giacente presso il Congresso degli Stati Uniti, una cui redistribuzione era stata avanzata dai paesi del BRICS, questi ultimi hanno dato vita a una propria strutturazione finanziaria autonoma (Nuova Banca di Sviluppo), alternativa al FMI durante il loro sesto summit a Fortaleza, in Brasile, il 15 luglio 2014.

Il Presidente cinese Xi Jinping ha annunciato l’accelerazione del processo di espansione dei BRICS ad Argentina e Iran in occasione del 14º incontro dei leader dei BRICS a Pechino a fine giugno 2022. L’Iran e l’Argentina hanno annunciato di aver presentato richiesta formale di adesione al gruppo. A maggio, per la prima volta nella storia del gruppo, hanno partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri dei BRICS i loro omologhi di Kazakistan, Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Indonesia, Nigeria, Senegal, Emirati Arabi Uniti, Thailandia e di altri Paesi. Sempre nel 2022 l’Algeria ha presentato la domanda di adesione ai BRICS, mentre Arabia Saudita, Indonesia ed Egitto hanno espresso l’intenzione di entrarvi. Nel 2023 Il Parlamento egiziano ha ratificato un decreto del governo che consentirà al Paese di aderire alla Nuova Banca di Sviluppo (NBD) dei BRICS.