Formazione PA 2023, nuovo decreto Zangrillo: ecco come accedere ai corsi incentivati che avranno peso ai fini della valutazione personale, dei premi e dell’avanzamento di carriera. Insieme al provvedimento, Paolo Zangrillo ha lanciato ufficialmente la piattaforma Syllabus che servirà ai dipendenti del pubblico impiego per seguire i corsi di formazione. Il decreto fissa anche gli obiettivi di aggiornamento: il 30% del personale della Pubblica amministrazione dovrà seguire almeno un corso entro il 31 dicembre 2023. A seguire, la percentuale dovrà arrivare al 55% entro il 31 dicembre 2024 ed entro il 75% entro fine 2025.
Formazione PA 2023, nuovo decreto Zangrillo: ecco quali sono le materie dei corsi
È arrivata nella giornata di ieri, 24 marzo, la direttiva firmata dal ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, per la formazione dei dipendenti del pubblico impiego. Già da quest’anno, i dipendenti statali e degli enti pubblici dovranno seguire i corsi di formazione per arrivare a una quota del 30 per cento dell’intero personale. I corsi di formazione saranno indirizzati soprattutto alla transizione digitale per assicurare un accrescimento adeguato di skill e di competenze in linea con le necessità della Pubblica amministrazione. “Superiamo la narrativa che dipinge la Pubblica amministrazione incapace e non competitiva – scrive il ministro Paolo Zangrillo sulla sua pagina Facebook – Abbiamo persone con altissima preparazione. Ma non basta la competenza tecnica, bisogna acquisire anche le cosiddette soft skill. Occorre fare lavoro di squadra. E qui la formazione è centrale. Per questo da oggi parte la piattaforma Syllabus per la formazione continua delle nostre persone”.
Formazione Pa, quali corsi seguire?
I corsi di formazione dei dipendenti del pubblico impiego saranno indirizzati, in particolare, all’aggiornamento delle competenze sulla digitalizzazione dei servizi e delle procedure. Ma non solo. Ci sarà spazio per gli insegnamenti dedicati anche all’innovazione amministrativa e alla transizione ecologica. La firma del decreto di Paolo Zangrillo è avvenuta nel giorno della presentazione della piattaforma Syllabus che i lavoratori pubblici utilizzeranno per i corsi di formazione. Si tratta di un’infrastruttura informatica già messa a punto per la formazione che Zangrillo definisce “non obbligatoria, ma incentivata” del precedente presidente del Consiglio, Mario Draghi, e soprattutto dall’allora ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta. “Ciascun dipendente sceglierà le materie di formazione e sosterrà un esame di ingresso per testare il suo livello – spiega Zangrillo – Riceverà quindi dalla piattaforma un programma personalizzato di formazione, con anche momenti di verifica, compresa quella finale”.
Corsi di formazione Pa per avanzamento carriera e premi
Dal superamento degli step formativi risultanti nella piattaforma, il ministro della Pubblica amministrazione conta anche di misurare premi ai dipendenti del pubblico impiego e avanzamenti di carriera. La partecipazione ai corsi di formazione entrerà di forza, quindi, nella “valutazione individuale della performance annuale, con ricadute sulla carriera e la retribuzione”, come scrive Zangrillo sul portale governativo della Funzione pubblica. L’accesso alla piattaforma Syllabus consente ai dipendenti del pubblico impiego di valutare innanzitutto le proprie capacità digitali. Partendo da quelle, i lavoratori pubblici potranno valutare il percorso, incentrato in particolare sulle competenze digitali, da seguire nell’aggiornamento.
Come sapere se la propria amministrazione aderisce ai corsi Syllabus?
Propedeutica, a tal proposito, è la scadenza fissata per il 30 giugno 2023 affinché gli enti pubblici che ancora non abbiano aderito alla piattaforma, provvedano. “Come prevede il mio atto di indirizzo, tutte le amministrazioni dovranno prevedere minimo 3 giorni di formazione all’anno, durante l’orario di lavoro, per tutti i dipendenti pubblici su tre aree: la digitalizzazione, l’aggiornamento amministrativo, i soft skills”. Nei restanti sei mesi, il decreto fissa gli obiettivi del 30% di personale aggiornato, per poi tagliare il traguardo del 55% e del 75% nei prossimi due anni. Si tratta di target già inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’aggiornamento delle competenze all’interno della Pubblica amministrazione.