Nuovo record di sbarchi a Lampedusa: in 24 ore più di 2.000 migranti sono arrivati sull’isola. L’hotspot di cala Imbriacola, che ha una capacità accoglienza di 390 persone, ospita attualmente più di 1.000 migranti ed è prossimo al collasso. La Guardia di Finanza ha intercettato all’alba 25 migranti provenienti dalla Tunisia in viaggio su un barchino di ferro di 7 metri. Le persone a bordo hanno raccontato di aver organizzato il viaggio da soli, acquistando autonomamente l’imbarcazione e le taniche di carburante. Si tratta di una novità: la notizia, se confermata, metterebbe in evidenza una modalità di arrivo nuova, slegata dall’azione degli scafisti.
Sbarchi dei migranti a Lampedusa, il Sindaco: “Necessaria una nave che faccia da spola tra l’isola e la terra ferma”.
A fronte dell’ennesimo record di sbarchi sulle coste di Lampedusa, la redazione di TAG24 ha raggiunto il sindaco Filippo Mannino, il quale ha riferito della situazione nell’hotspot di cala Imbriacola e ha denunciato la situazione di ordinarietà che oramai caratterizza il fenomeno migratorio.
Sindaco Mannino, può riferirci qual è la situazione nell’hotspot di Lampedusa dopo il record di sbarchi dei migranti di ieri?
La situazione è la stessa di sempre, l’hotspot è sovraccarico. Ieri sera c’erano poco di più di 1000 persone ma stamattina se ne sono aggiunte altre 100. I migranti attualmente nell’hotspot sono dunque circa 1100.
Lampedusa, migranti e hotspot: la situazione
Le persone verranno trasferite in giornata?
Sì, in serata dovrebbero avvenire circa 400 trasferimenti. Ma è come svuotare il mare con un cucchiaino: appena si libera dello spazio arrivano immediatamente altre persone. Io lo dico sempre: Lampedusa deve continuare a essere solo di una base di transito. L’hotspot dell’isola non è nelle condizioni di poter ospitare tutta questa marea umana. Per questo Lampedusa deve essere messa nelle condizioni di poter trasferire immediatamente i migranti che arrivano sulla terra ferra ferma. La nostra isola è un fazzoletto di terra di 20 km². Ci sono dei problemi logistici seri che devono essere affrontati, perché qui siamo in una situazione di emergenza ormai quotidiana. Sono settimane che si registrano flussi imponenti che a me ricordano i tempi della primavera araba. Occorre agire diversamente e per questo io non vedo altre soluzioni se non quella di prevedere una nave che faccia da spola stabilmente tra Lampedusa e la terra ferma. Se in 24 ore arrivano più di mille persone è normale che occorra pensare a un trasferimento in strutture idonee. L’hotspot di Lampedusa ha una capacità di accoglienza di 390 persone ed è normale che vada in difficoltà con questi numeri.
Porterà questa richiesta al tavolo della regione e del Governo?
Ho chiesto l’istituzione di questa nave spola al Governo già da settimane, e continuerò a farlo. Governo e Europa devono prendere consapevolezza e coscienza che il fenomeno avrà questa intensità anche nelle prossime settimane. Non si può continuare con soluzioni di emergenza, servono soluzioni strutturali.
È soddisfatto della linea che il Governo sta tenendo sul tema immigrazione?
La linea del Governo va bene per quanto riguarda l’aspetto repressivo e la linea dura contro i trafficanti, però allo stesso tempo si deve tenere in considerazione che fino a quando questa gente continuerà ad arrivare dovremo occuparcene.
Pensa che la presidente Meloni riuscirà finalmente a rendere il tema centrale in Europa?
Io ci voglio sperare, l’Europa è dormiente. Nei salotti di Bruxelles si continua parlare, ma io ricordo che quest’anno saranno 10 anni dalla strage del 3 ottobre 2013 dove persero la vita 368 migranti. Mi sembra sia cambiato poco da allora, nonostante si siano alternati governi di sinistra e di destra. Non si è fatto nessun passo avanti. Da tempo chiediamo di cambiare il regolamento di Dublino per il quale il Paese di approdo – quindi l’Italia e Lampedusa in prima linea – ha la responsabilità di occuparsi dell’accoglienza di chi arriva. Si parla dei canali legali di ingresso e non c’è alcun passo avanti in questa direzione o in quella dei canali umanitari. È tutto fermo, solo parole.