Naufragio Tunisia. Un nuovo naufragio è stato registrato nelle acque del mediterraneo, questa volta al largo della Tunisia. Secondo le prime indicazioni sarebbero al momento 34 i migranti che risultano dispersi. L’imbarcazione su cui viaggiavano circa 38 persone, è affondata nella serata di oggi, 24 marzo, davanti alla costa tunisina. La stima è stata fatta secondo quanto riportato da un portavoce del tribunale di Sfax (che si trova circa 270 km sotto Tunisi ed è la seconda città portuale più importante del paese), Faouzi Masmoudi, che avrebbe dichiarato proprio che la barca sarebbe partita per l’Italia, dall’Africa, con in totale 38 persone a bordo. Solo quattro di loro sarebbero state soccorse. Mentre al momento i soccorsi starebbero cercando gli altri dispersi e il tribunale ha aperto un’indagine.

Nuovo naufragio davanti alle coste della Tunisia, questa mattina Alarm Phone aveva lanciato l’allarme

E proprio questa mattina l’account Twitter di Alarm Phone, ( la piattaforma che aiuta i migranti nel Mediterraneo Creata nel 2014 dopo il naufragio di Lampedusa, nasce con l’obiettivo di “consentire alla società civile di monitorare ciò che accade in mare”), aveva segnalato un’imbarcazione con una quarantina di persone a bordo in difficoltà e che stava rischiando di naufragare proprio dopo essere scappate dal paese africano dove erano state aggredite dalla Guardia Costiera nazionale. “Quaranta persone rischiano di annegare nel Mediterraneo centrale! Un familiare ci ha informato di un barcone in difficoltà che sta cercando di scappare dalla Tunisia. Queste persone hanno raccontato che la cosiddetta Guardia costiera tunisina ha rimosso il motore, picchiato alcune di loro e poi le ha abbandonate in mare. Fermiamo questa violenza“, ha pubblicato Alarm Phone sul profilo social. Solo nell’ultimo giorno la Guardia costiera tunisina ha reso noto di aver bloccato ben 30 partenze e di aver soccorso oltre mille persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Biserta, Sfax e Mahdia. Di tutte loro, circa venti sarebbero cittadini tunisini. La maggior parte dei migranti che aveva provato a partire proveniva dall’Africa subsahariana. Qualche giorno fa il presidente tunisino, Kaïs Saïed, ha dichiarato che nel Paese si stanno verificando “orde” di entrate, di persone provenienti dalle regioni subsahariane, come fosse tutto il progetto di una “impresa criminale” per “cambiare la composizione demografica” del Paese. Secondo l’organizzazione Avocats sans frontières (Asf) in Tunisia si starebbe alimentando un clima violento: i cittadini di origine subsahariana continuano a subire aggressioni, tra cui rastrellamenti, messi in atto per cacciarli dalle loro stesse abitazioni. Subiscono dei veri e propri attacchi fisici, insulti e fischi per strada. E con l’aggravarsi della crisi economica nel Paese, le tensioni sociali non fanno che acuirsi.

Altri sbarchi a Lampedusa, mille arrivi dalla Tunisia

Mentre si registra un altro fiume di arrivi sulle coste italiane. A Lampedusa in poche ore sono stati registrati venti sbarchi con oltre novecento naufraghi mentre la Guardia Costiera ha operato soccorsi in area Sar anche nel mar Ionio e la Geo barents di Medici Senza Frontiere ha recuperato altri rifugiati al largo nel Mediterraneo. Sono un migliaio i migranti giunti (altri 190 in arrivo nelle prossime ore a Bari) in Italia a bordo di barconi, messi in salvo dalle autorità italiane o dalle ong nell’arco di mezza giornata. Quasi tutti i profughi arrivano attraverso la rotta della Tunisia, caduta in una grave situazione economica e di tensione politica: sul Paese si concentrano i timori dell’Unione europea e del governo italiano, pronti ad aumentare gli sforzi per favorire un ritorno alla stabilità dello Stato magrebino fermando l’aumento vertiginoso dei flussi migratori. Da Sfax, in Tunisia, sono partiti quasi tutti barconi giunti sull’isola siciliana e tutti dicono di aver pagato tremila dinari tunisini per il viaggio.