Anche in occasione di un anniversario tragico, come quello dei 79 anni dall’eccidio delle Fosse ardeatine, non mancano le polemiche. Secondo le opposizioni, le parole usate dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per ricordare la strage sono inadeguate o quantomeno parziali. La premier, impossibilitata a presenziare all’evento perché impegnata a Bruxelles, ha ricordato le vittime tramite un comunicato in cui si parla di «335 italiani barbaramente trucidati delle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella». Proprio il termine italiani, anziché antifascisti, ha scatenato la reazione delle opposizioni e una vasta polemica su Twitter.

Eccidio delle Fosse ardeatine, bufera sulle parole della Premier

Secondo le opposizioni, le parole utilizzate dalla Premier per ricordare l’eccidio non sono esatte. A essere criticata, infatti, è la scelta lessicale della Presidente del Consiglio che ha parlato di “italiani” trucidati e non di “antifascisti”. Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, scrive su Twitter:

A fargli eco anche il senatore del Pd Michele Fina, che twitta: “Il #24marzo del ‘44 335 detenuti antifascisti ed ebrei furono trucidati dai nazifascisti. Martiri della libertà, uccisi perché antifascisti dal vile regime. Dispiace che la Presidente #Meloni non parli della motivazione dell’eccidio. Italiani e antifascisti! #FosseArdeatine

Le accuse sono però respinte dalla premier Meloni che in un’intervista ha dichiarato: “Li ho definiti italiani, perché gli antifascisti non sono italiani? Mi pare sia un termine omnicomprensivo”.

Anche il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo ha criticato la scelta della premier: “È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati ‘barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste’, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti.