Massimo Donati Diario di Spezie, s’intitola così il primo film da regista del vincitore del Premio Solinas del 2013 che prende spunto dall’omonimo romanza scritto dallo stesso artista milanese e che sta girando l’Italia in diverse sale grazie ad una coraggiosa distribuzione indipendente. Come sia stato trasportare i personaggi dalla carta al video e come sia arrivato a quest’importante traguardo, il giovane cineasta lo ha raccontato in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al venerdì in pieno drive-time dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.


Massimo Donati Diario di Spezie, i diversi linguaggi

“Non scopro io il fatto che libri e film abbiano sviluppi narrativi diversi. Quando scrivi ti puoi permettere tutto. Non ci sono limiti di budget e il lettore non ti chiede per forza un ritmo di fondo. Diverso è quando proponi un lungometraggio dove molti passaggi della storia vanno asciugati e dove è essenziale tenere sempre alta l’attenzione. Io credo di essere riuscito a rimanere semplice nonostante esponga una storia complessa.”

Massimo Donati Diario di Spezie, di cosa parla la storia

“Luca, che è Lorenzo Richelmy, è un cuoco ed esperto di spezie, e viene contattato da Andreas, Fabrizio Ferracane, noto restauratore di opere fiamminghe. I due provengono da ambienti e mondi totalmente opposti tra loro e sono anche caratterialmente distanti; infatti, Luca è un ragazzo introverso, riservato e un po’ impacciato, a differenza di Andreas, che conduce una vita più mondana ed è un uomo molto sicuro di sé. Il loro incontro porta il cuoco a riflettere sulla sua carriera e a credere che finalmente sia giunto il momento per cambiare vita. Finora il ragazzo ha lavorato in un ristorantino di provincia, che gli permette di avere uno stipendio e di condurre un’esistenza pacata, ma questo impiego non gli dà la possibilità di evolvere professionalmente. Convinto che sia ora di cambiare, lo chef abbandona il suo vecchio lavoro per seguire Andreas, ma ignora che quest’ultimo nasconda grandi segreti e un passato oscuro. Nel corso del viaggio che li condurrà in Germania, Luca scrive nel suo diario, dove da sempre raccoglie ricette e informazioni sulle spezie, i suoi pensieri nella speranza di mantenere la sua lucidità ma le sorprese non sono poche.”


Sulla passione per la cucina

“Ho studiato tanto. Avevo sempre tante riviste di cucina sotto il letto. Non l’ho fatto come obbligo morale per scrivere la storia con cognizione di causa ma perché alla fine il tema mi ha preso ed ho trovato naturale cercare di saperne sempre di più. E’ un universo che può essere sconfinato.”


Sulla vittoria del Premio Solinas

“Da là sono partite tante cose importanti che mi hanno alla fine portato all’esordio alla regia. Ricordo che non ci credevo affatto. Avevo lavorato con impegno e serietà alla storia, questo sì, ma mi ero convinto che la giuria dovesse contattare in segreto il vincitore prima per essere certa di averlo nella serata e io non avevo ricevuto nessuna telefonata. Ecco perché, quando hanno annunciato il mio nome, sono rimasto a bocca aperta. C’è questa foto con me che tengo un enorme assegno in mano ed ho lo sguardo un po’ perso. Ora quell’assegnone sta a casa dei miei genitori.”


Sui registi che scelgono attori feticci

“Se mi piace avere attori feticci come Tim Burton con Johnny Depp? E’ presto per dirlo. Di certo credo nei rapporti umani e nel valore della squadra. Da soli non si fa nulla.”

Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Massimo Donati su “Diario di Spezie”:

https://www.radiocusanocampus.it/it/massimo-donati-diario-di-spezie

Ecco la locandina del film “Diario di Spezie” di Massimo Donati:

Massimo Donati Diario di Spezie