Strage Corinaldo, è il giorno di Fedez. Il rapper si è presentato in aula per la prima volta, chiamato a testimoniare sui fatti accaduti alla discoteca Lanterna Azzurra nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, quando morirono 6 persone, schiacciate dalla folla. E’ arrivato molto in anticipo e in un’aula protetta ha incontrato alcuni parenti delle vittime.

Strage Corinaldo, Fedez presente al processo

Nella mattinata di oggi, venerdì 24 marzo, il rapper milanese si è recato al Palazzo di Giustizia di Ancona, dove si svolge il filone bis sulle responsabilità relative alla sicurezza della discoteca. Questa è la terza convocazione per Fedez, ma nelle altre due non si era presentato. La prima volta, lo scorso 24 febbraio, a causa di un impegno lavorativo (doveva girare uno spot pubblicitario), dando la disponibilità per la settimana successiva. Ma poi, il 3 marzo, aveva presentato un certificato medico per dei problemi di salute. Alcuni farmaci gli avevano provocato una balbuzie di cui lui stesso aveva parlato in alcune stories su Instagram. Sempre nella giornata di oggi sono previste, salvo rinunce dell’ultimo minuto, anche le testimonianze del rapper Sfera Ebbasta e del suo Pablo Miguel Lombroni Capalbo.

Strage Corinaldo, cosa c’entra Fedez

Federico Lucia, in arte Fedez, è stato chiamato a testimoniare perché si era esibito nel locale Lanterna Azzurra Clubbing il 27 febbraio 2016. La Procura intende fare chiarezza sulle condizioni della discoteca. Sapere quali fossero gli accordi presi per quella esibizione, come venisse gestita la sicurezza e anche quale fosse il rapporto tra capienza della discoteca e biglietti venduti.

La sua testimonianza è durata meno di un’ora. Fedez ha dichiarato, stando a quanto riportato da Il Resto del Carlino:

Se abbiamo un locale con un certo tipo di capacità e l’artista viene venduto ad un certo prezzo, per esempio se lo vendono a 30/20 mila euro per un locale che contiene 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il titolare deve strariempire il locale. Non dico prevedere una tragedia, ma problemi di qualche tipo. Almeno uno svenimento ci sarebbe stato.

L’artista ha anche aggiunto di non avere un ricordo nitido della sua esibizione nel locale :

Se non ho un ricordo specifico, penso di essere abbastanza tranquillo nell’asserire che fosse stata una data tranquilla, perché ho avuto esperienze di date gestite male e quella della ‘Lanterna’ non rientra tra quelle critiche.

Nella sua carriera artistica, ha spiegato, non si è mai verificato che spruzzassero spray al peperoncino.

Faccio una mia piccola valutazione perché credo che questo sia collegato ad una certa tipologia di artisti e a una certa tipologia temporale. Tanto tempo fa non c’erta la moda dello spray al peperoncino e quando esplose questa malsana usanza, comunque sia, in nessun tipo di mio concerto si è verificata, ma vedevo che altre tipologie di artisti venivano coinvolti.

Strage di Corinaldo, cos’è successo

La tragedia della Lanterna Azzurra, conosciuta anche come strage di Corinaldo, è avvenuta nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018. Quella sera era previsto nel locale un concerto del trapper Sfera Ebbasta: un’esibizione mai avvenuta. Poco prima del suo arrivo, infatti, alcuni ragazzi utilizzarono uno spray al peperoncino, causando panico nella folla. Nel fuggi fuggi generale, la calca si riversò sull’unica uscita di sicurezza aperta (una seconda era chiusa). Ed è qui che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avvenne la tragedia. Questa porta infatti si affacciava su un ponticello, posto su un piccolo fossato, oltre il quale si trovava il piazzale del parcheggio. Tutti si accalcarono così sul ponte, finché una balaustra non cedette, facendo cadere le persone nel fossato. Sei le vittime, rimaste schiacciate dal resto della folla: cinque adolescenti e la madre di una delle ragazzine presenti all’evento, che invece riuscì a salvarsi. Cinquantanove i feriti. Al momento del dramma erano presenti nel locale oltre 1000 persone, a fronte di una capienza ben inferiore, al massimo di circa 500 persone.