Mary Poppins è la tata più nota di tutti i tempi: severità, dolcezza e magia che hanno incantato generazioni di bambini, non solo quelli degli anni ’60, quando è uscito il primo film, ma anche quelli cresciuti negli anni successivi. Basta nominare il suo nome e subito vengono in mente parole strane di canzonette come «supercalifragilistichespiralidoso» oppure il ritornello «Con un poco di zucchero la pillola va giù».

E ancora, immagini del film, come l’arrivo della tata nella casa della famiglia Banks volando con un ombrello e scivolando sulle ringhiere o la coreografia mozzafiato degli spazzacamini. Insomma, potremmo dire che Mary Poppins abbia rapito il cuore e sia rimasta nella mente di tutti. Ecco allora alcune curiosità sulla magica tata che forse ancora non sai.

Mary Poppins, 5 curiosità che forse non conoscevi

  • Ci sono voluti più di 20 anni per convincere l’autrice P.L. Travers a vendere i diritti del libro.
  • L’anno dopo, Disney voleva passare alla produzione di un sequel, ma stavolta Travers fu irremovibile, perché la prima realizzazione non le era piaciuta.
  • La canzone “Un poco di zucchero” è ispirata al vaccino contro la poliomielite. La medicina era infatti semplicemente appoggiata su una zolletta di zucchero, da mangiare come una caramella.
  • Matthew Garber, il bambino che interpreta il piccolo Michael, aveva paura dell’altezza. Infatti, non voleva girare le sequenze in cui doveva stare sospeso in aria: pare che per convincere il bimbo, gli abbiano offerto una monetina da un centesimo.
  • Gli alberi di ciliegio su Cherry Tree Lane erano reali, ma non lo erano i fiori. Per creare l’effetto dei rami carichi di fiori, tantissimi artisti lavorarono, a mano, migliaia di ramoscelli e fiori di carta.
  • Dick Van Dyke, attore che interpreta Bert, non aveva esperienza di ballo e canto e tanto meno ha seguito corsi di danza appositamente. Eppure possiamo dire essersela cavata egregiamente!
  • Molte delle scene della pellicola nascondono veri e propri segreti dovuti agli effetti speciali. Non solo le centinaia di fili che tenevano sospesi per aria i protagonisti nei teatri di posa, e che per non riflettersi sugli obiettivi della macchina da presa furono tinti con lucido da scarpe. Ma anche le scenografie, il più delle volte inserite nelle riprese in post-produzione. L’edificio della banca in cui lavora il signor Banks, per esempio, non è alto e profondo come sembra. Il suo soffitto è un’illustrazione giustapposta alle immagini solo dopo le registrazioni.

Ludovica Graberi