Sono quelle di un uomo sconcertato e distrutto dal dolore, le parole di Abdenabi El Bouhali, l’uomo che ha perso da pochi giorni il figlio, morto annegato nel canale Adigetto a Ramedello, frazione di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo. Il 40enne, di origine marocchina, ha raccontato al Corriere della Sera di essersi distratto per qualche minuto, perdendo di vista il bambino, mentre erano a casa dello zio. Di lui, da allora, si erano perse le tracce per ore, finché, nella tarda serata, il suo corpo senza vita non era riemerso dalle acque, a circa 700 metri dal punto il cui era stato visto giocare per l’ultima volta.
Bimbo morto Rovigo, le parole del padre: “Mi sono distratto un attimo ed è sparito”
Si chiamava Adam El Bouhali, il bimbo di 4 anni annegato nel canale Adigetto il 22 marzo scorso. Viveva a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, con la sua famiglia. Qui, racconta il padre, si erano trasferiti per motivi lavoritivi: 40enne, originario di Marrakech, l’uomo era un operaio agricolo e, dopo essere stato impiegato per anni in un’azienda di Luisa, è stato costretto a lasciare la sua occupazione a causa di due interventi chirurgici, affrontati rispettivamente il 17 novembre e il 3 marzo scorsi. Ecco perché, dice, ancora stanco, avrebbe perso di vista il figlio. “Erano le 17.30 quando io e mio figlio (Adam, ndr) siamo andati insieme qui dietro, a casa di mio fratello”, ha raccontato l’uomo al Corriere della Sera, ripercorrendo gli attimi antecedenti alla scomparsa del piccolo, poi trovato morto.
“Prima eravamo a tavola, dove c’era un poco da mangiare. Mio fratello, con un altro fratello, era qui ad aggiustare un bagno. Io sono venuto qui a fargli compagnia – ha spiegato, mostrando all’intervistatore l’ambiente -. Ad un certo punto ho sentito un dolore, mi sono messo così (piegato su sé stesso, con gli occhi chiusi, a simulare il dolore, ndr) 7-8 minuti. Mio figlio era qui, al mio fianco”. Pochi minuti, durante i quali il bimbo si sarebbe allontanato, facendo perdere le sue tracce. “Quando mi sono risollevato non lui non c’era più – ricorda l’uomo -. Sono scappato subito a casa a cercarlo. Ho parlato con mia moglie e non l’ho trovato e son tornato indietro”.
Sembra che il piccolo fosse in compagnia di suo fratello e che i due stessero giocando tranquilli, prima della sua sparizione. “Abbiamo pensato che o l’avevano rapito o era scivolato nel fiume – ha detto il fratello -. Abbiamo cercato dappertutto e invece era là”. Stando al loro racconto, lo zio del bambino si sarebbe anche tuffato nell’acqua del canale per cercarlo, ma invano. Il suo corpo senza vita sarebbe stato ritrovato solo in tarda serata, alle 23.30 circa, dopo ore di ricerche da parte dei vigili del fuoco. Dopo la constatazione del decesso da parte del medico legale, la salma del piccolo è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, che indaga per cercare di fare luce su quanto accaduto. Sul caso, infatti, la Procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta.
Proclamato il lutto cittadino a Rovigo
Adam frequentava l’asilo locale. “Era un bambino dolcissimo, le maestre sono sconvolte da quanto accaduto – ha detto, sempre al Corriere, il dirigente dell’istituto -. Lo conoscevo come conosco quasi tutti i miei alunni. Era un bambino dolce ed educato, allegro, una gioia per gli occhi. Le sue maestre lo adoravano, era eccezionale”. “Ci stringiamo forte alla famiglia esprimendo cordoglio e commozione, in questi casi le parole servono a poco. Sicuramente come Comune di Fratta Polesine, a testimoniare la vicinanza alla famiglia, formalizzeremo una giornata di lutto cittadino quando sarà stabilita la giornata dei funerali, secondo il rito indicato dai genitori, nel massimo rispetto”, ha dichiarato invece il Sindaco, Giuseppe Tasso.