Pensioni, sempre più bassi i valori degli assegni scesi sotto l’importo di 340 euro mensili. A dirlo è uno studio condotto dalla Uilp che mostra in chiaro la perdita del potere di acquisto registrato nella fascia debole della società. Nel periodo che va dal 2011 al 2022, è stato rilevato un abbattimento degli assegni previdenziali fortemente influenzato anche dall’aumento del costo del denaro.
Le previsioni future non sono molto incoraggianti, le variazioni in ribasso degli assegni pensioni per i prossimi mesi non promettono alcun cambiamento. Nonostante, la rivalutazione delle pensioni operativa dal 1° gennaio 2023, lo studio dell’Uilp, mostra una stima prodotta dalla mancata rivalutazione in forma piena. Oltre, all’applicazione della sforbiciata sulla perequazione per il 2023.
Pensioni: maxi tagli assegni 2023
Per un momento ci siamo illusi in cambio di rotta del governo italiano. Nonostante tutto, ha deciso di non permettere l’applicazione della rivalutazione delle pensioni per diversi valori.
E così è stato, all’improvviso siamo ritornati nel passato, al periodo del vecchio meccanismo di calcolo. Quando il valore di riferimento era un assegno pari a quattro volte il trattamento minimo.
La Uilp ha annotato una flessione orientata dal 15 al 68 per cento, una penalizzazione rilevata su circa 3,5 milioni di pensionati. All’incirca il 28 per cento dell’importo complessivo erogato come assegno pensionistico.
Secondo i dati rilevati dal sindacato le nuove condizioni hanno impattato fortemente sui pensionati. Tanto, da rilevare una perdita del valore complessivo del trattamento economico nel periodo tra il 2011 e il 2022. A cui, è stata, accompagnata una sforbiciata rilevata nel 2023, così come riportato anche da Money.it.
Il danno sulle pensioni registrato fino al 2022
L’impatto sulle pensioni è stato catastrofico. Basti pensare, che nel 2011 è stato erogato un assegno previdenziale del un valore lordo pari a 1.500 euro mensili. In seguito, nel 2022 viene rilevato un taglio del valore di 58 euro, con un abbattimento del potere d’acquisto del valore di circa 760 euro al mese.
Ad esempio, nel 2011 è stato erogato un trattamento economico pari a 3.500 euro mensili. Nel 2022 lo stesso trattamento ha subito una sforbiciata pari a 340 euro. L’abbattimento del potere di acquisto annuo rilevato corrisponde al valore di 4.450 euro.
I dati rilevati da Uilp per le pensioni 2023
L’indagine condotta dal sindacato nel 2023 ha rilevato un’alta criticità sulle pensioni. Ad esempio, nel 2023 è stato erogato un trattamento lordo pari a 2.500 euro, per lo stesso assegno sono stati registrati in ribasso circa 25 euro mensili, per un totale complessivo annuo pari a 325 euro.
Se il trattamento erogato corrisponde a 3.000 euro, l’abbattimento sulla pensione corrisponde a 92 euro lordi mensili, per un totale complessivo pari a 1.200 euro annui.
Continuando nello studio, analizzando un trattamento economico pari a 3.500 euro lordi, l’abbattimento rilevato nell’anno corrisponde a 115 euro mensili, per un totale complessivo di 1.500 euro annui.
In sostanza, il sindacato mostra in chiaro la presenza di sforbiciate pazzesche che vanno dal 15 al 68 per cento, specie sui trattamenti economici di un valore più alto. Dallo studio emerge che il risparmio prodotto dai soli tagli registrati nel 2023 corrisponde a un valore lordo pari a 3, 5 miliardi di euro, per un valore netto di 2,1 miliardi di euro.
Rivalutazione delle pensioni con la beffa per i pensionati
Pierpaolo Bombardieri segretario della Uilp, ha avanzato diverse segnalazioni che mostrano come la mancata applicazione della perequazione delle pensioni, ha avuto un effetto disastroso sulla vita dei pensionati. In sostanza, la perdita del potere di acquisto è stata costante e perpetua.
Il vero danno, secondo il segretario sarebbe stato prodotto dalla scelta del governo Meloni di procedere con una sforbiciata sull’applicazione della rivalutazione delle pensioni.