Milano sostanze stupefacenti. A Milano è in aumento l’uso di sostante stupefacenti. E’ quanto emerge dagli esami delle acque reflue cominciato nel 2015. Si tratta di sostanze come cocaina, cannabis e Ketamina. Il report del 2022 è stato condotto da un gruppo europeo, Score (Acronimo di sewage analysis core group europe, appunto centro analisi delle acque reflue ) in collaborazione con l’agenzia europea per il monitoraggio delle dipendenze (Emcdda). Per quanto riguarda il territorio italiano, sono state prese in analisi le acque di Milano grazie anche al supporto del laboratorio dell’Istituto Mario Negri. Lo studio esplora il potenziale dell’epidemiologia delle acque di scarto per identificare nuove sostanze psicoattive e fornire un sistema di allerta precoce per identificare le tendenze emergenti ed aiutare a valutare gli interventi di salute pubblica. Il tutto avviene avvalendosi di tecniche all’avanguardia in grado di determinare se i residui metabolici rilevati nelle acque reflue provengano dal consumo umano, dallo smaltimento di droghe inutilizzate o dai rifiuti provenienti da siti di produzione di droghe sintetiche. L’analisi delle acque reflue, benché utilizzata principalmente per studiare le tendenze nel consumo di droghe illecite nella popolazione generale, è una metodologia molto flessibile.
Milano, le analisi delle acque reflue evidenzia un aumento di uso di sostanze stupefacenti
Il gruppo che ha condotto lo studio, ha effettuato campagne di monitoraggio delle acque reflue ogni anno a partire dal 2011: all’inizio le città monitorate erano 19, in 10 paesi diversi, mentre le droghe d’abuso monitorate erano 4. Nel corso degli anni il network di collaborazione si è ampliato notevolmente e nel 2022 sono state analizzate le acque reflue di 104 città, in 21 diversi paesi europei. Da Copenaghen a Valencia e da Nicosia a Lisbona, lo studio ha analizzato campioni giornalieri delle acque ed ha evidenziato un consumo di cocaina in continuo aumento, tendenza osservata già dal 2016. Diretto da Sara Castiglioni, l’isituto Mario Negri ha sottoposto al controllo i campioni di acque derivanti dal circa 54 milioni di persone per rilevare il livello di uso di droghe tra cui, per la prima volta, è stata inserita la ketamina. E proprio dai risultati raccolti è emerso l’aumento delle sostanze stupefacenti, soprattutto per quanto riguarda la cocaina. Una tendenza osservata già dal 2016, anche se durante il lockdown inevitabilmente sono state registrate diverse fluttuazioni.
Analizzate le acque reflue di molte città europee, in aumento l’uso di sostanze stupefacenti. Ogni zona ha le sue tendenze
Pare però non sia l’unica sostanza in aumento. Anche il livello delle metanfetamine sembra presentare un trend in aumento in più città analizzate, compresa appunto Milano. Diversa la situazione di sostanze come anfetamina, cannabis e Mdma. In questi casi si è osservato, invece, un quadro più vario: i trend di consumo variano considerevolmente a seconda dei luoghi di studio. Ad ogni città, per queste sostanze, corrisponde un livello di uso. E in molti casi, il consumo delle sostanze in questione è legato anche ai giorni della settimana. Evidentemente durante il week end cresce l’uso di certe sostanze perché per molti sono giorni in cui, la maggior parte dei lavoratori, si riposa. Potrebbe quindi essere legato ad incontri, feste, riunioni, insomma a momenti di svago. In più di tre quarti delle città è stato evidenziato un incremento dei consumi di cocaina, ketamina e MDMA nei fine settimana, in accordo con un atteso modello ricreativo di consumo. Al contrario, i consumi delle altre sostanze come cannabis, amfetamina e metamfetamina, risultano più costanti durante la settimana. E particolare notare anche come cambino i consumi a seconda delle zone geografiche di appartenenza. I residui di cocaina nelle acque reflue sono più elevati nelle città dell’Europa occidentale e meridionale. La metanfetamina prima ritrovata in Repubblica Ceca e Slovacchia, è ora presente anche in Belgio, nella parte orientale della Germania, in Spagna, a Cipro e in Turchia e in diversi paesi del l’Europa settentrionale. Il livello dei residui di anfetamine è vario nei diversi paesi, con i carichi più elevati nelle città del nord e dell’est Europa (Belgio, Germania, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia) e livelli molto più bassi nelle città del sud.