Dietro le fibrillazioni della Lega non c’è solo il sostegno militare all’Ucraina rilanciato da Giorgia Meloni, ma anche i risvolti del delicato risiko sulle nomine delle società partecipate, entrato nella fase delle decisioni. La prima, per una questione di tempi, riguarda i vertici di Mps, e si profila l’intesa per confermare come ad Luigi Lovaglio. Su molte altre caselle, invece, come emerso anche nell’ultima di una serie di riunioni a Palazzo Chigi, non non c’è ancora allineamento nel centrodestra. Inclusa quella del presidente della banca senese. È venuto fuori anche il nome di Elisabetta Belloni per questo ruolo , si racconta nei capannelli dei parlamentari in Transatlantico alla Camera, nel confronto che da giorni vede impegnati, oltre a Meloni, anche Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti.Antonio Tajani, e Gianni Letta. La diplomatica è accreditata di un alto profilo di esperienza e competenza ma – si rimarca nella maggioranza – non sarebbe entusiasta dell’idea di lasciare la guida del Dis. Un altro candidato a prendere il posto di Patrizia Grieco (intanto nominata presidente di Anima holding) è Nicola Maione, membro del cda uscente di Mps. Meloni l’8 marzo ha annunciato come obiettivo una donna alla guida di una grande partecipata. Vari profili sono in questi giorni al vaglio. Uno è quello di Roberta Neri, nome che viene accostato ad Enav – seconda casella da riempire dopo Mps -, dove è già stata amministratore delegato nel 2015-2020. Mentre gli assetti delle partecipate non quotate dovrebbero essere definiti dal 15 al 31 maggio, entro la prima settimana di aprile si cerca di chiudere sulle cinque grandi partecipate quotate, Eni, Enel, Terna, Leonardo e Poste italiane. Sembra ci sia la convinzione generalizzata nel governo che nessuno intende spostare Claudio Descalzi dalla poltrona di amministratore delegato di Eni.
Fonti di centrodestra raccontano invece di una certa tensione sulla conferma di Stefano Donnarumma come ad di Terna: la Lega spinge in questa direzione, da FdI c’è più freddezza. Su queste partite i protagonisti tengono molte carte ancora coperte. Da giorni circola il nome di Paolo Scaroni, accostato ora a Enel ora a Leonardo, ma le sue quotazioni non sarebbero altissime, a sentire diverse fonti di maggioranza. Per sostituire Alessandro Profumo nel ruolo di ad di Leonardo, sembrerebbe prendere forza una soluzione interna come quella di Lorenzo Mariani, ad della controllata Mbda Italia. Roberto Cingolani, dato in pole per mesi, è appena entrato nel board del Fondo per l’innovazione della Nato. Il nome di Belloni è circolato anche per la presidenza della partecipata specializzata in difesa, ma le ultime indiscrezioni sembrano andare nella direzione della conferma di Luciano Carta. Si parlerebbe sempre meno, invece, di un ruolo per l’ex ad di Terna, Flavio Cattaneo.
Tra le caselle da riempire anche quelle della Consob e della nuova direzione del ministero dell’Economia che vigilerà sulle controllate del tesoro. Intanto, Da Consob si è dimesso il consigliere Paolo Ciocca che – si ipotizza – potrebbe ricoprire il ruolo di direttore del nuovo ufficio che sì creato a via XX Settembre.