Il Napoli prosegue nei suoi rispettivi percorsi stagionali in Champions League e in Serie A, dove è a un passo dalla vittoria dello Scudetto, grazie al contributo di Spalletti e di giocatori come Osimhen, Kvaratskhelia e Kim. Durante la sosta del campionato molti di questi giocatori hanno raggiunto le rispettive nazionali, ma il pensiero va sempre a quelli che sono gli obiettivi con gli azzurri. A dimostrarlo è proprio Osimhen, che in una lunga intervista sul canale YouTube di Elegbete TV Sports ha raccontato del suo percorso personale, delle difficoltà affrontate e degli obiettivi col Napoli. Partendo proprio dal suo passato, l’attaccante nigeriano ha spiegato come abbia raggiunto questi traguardi e questo livello di prestazioni personali: La prima ragione del mio exploit è Dio. Quando sono arrivato in Germania, al Wolfsburg, ho avuto tre volte problemi al ginocchio destro, facendo tre operazioni. Ho avuto un altro problema alla spalla che aveva bisogno di essere operata. Tutte queste cose che ho dovuto affrontare mi hanno formato e mi hanno reso la persona che sono oggi”.

Napoli, Osimhen: “Spalletti, amo la sua mentalità”

Osimhen è poi passato a parlare della sua esperienza in Serie A col Napoli:Quando sono venuto in Italia è stata un’altra storia, a un livello più alto di dove ero prima. In Italia poi ho avuto il Covid, l’operazione alla mano destra che mi ha fatto stare fuori 3-4 mesi. Io però sono un tipo di persona a cui non importa quante cose brutte accadano,credo sempre in me stesso. Mi dicevo ‘quando tornerò, dovrò annientare tutto e tutti’. Dicevano ‘quando andrà in Serie A non sarà in grado di segnare neanche 4 gol’, cercando di abbattere i miei sogni, ma io faccio in modo che queste cose non definiscano la mia carriera e i miei obiettivi. Volevo far stare zitti tutti”.

Spazio a un recap delle ultime annate: “La stagione 2020 è stata grandiosa, mentre l’anno scorso mi sono sottoposto a un’importante operazione alla faccia. Sono contento di aver avuto una maschera che mi proteggesse dal precedente infortunio. Ora sto spaccando tutto, sono orgoglioso di me stesso. Sto facendo molto bene per la mia squadra. Ora voglio diventare un campione, voglio fare di tutto per questo gioco: arrivare al top e rendere onore ai miei sogni”.

Scudetto ormai raggiunto? Non per Osimhen, o almeno per il suo allenatore: “La Serie A ora sta diventando realtà. Amo una cosa di Spalletti, ha questo tipo di mentalità: lui non pensa che sia fatta finché non è fatta. Nello spogliatoio nessuno si permette di dire che abbiamo vinto il campionato. Nessuno parla con spirito di orgoglio su quanto siamo bravi. Stiamo lavorando molto duramente negli allenamenti, come se dovessimo sopravvivere alla retrocessione. Chi c’è da anni come Di Lorenzo o Mario Rui sta facendo capire agli altri cosa abbiamo passato, magari spiegando come giocare su un campo piuttosto che su un altro. Tutti sanno cosa fare nelle giuste situazioni”.

Il rapporto coi tifosi e la maschera

Osimhen ha proseguito l’intervista parlando del suo rapporto con i tifosi, in particolare con quella signora che andò a soccorrere in curva: “Contro lo Spezia ho calciato troppo forte il pallone durante l’allenamento, colpendo una signora sugli spalti. Quando ho visto che fosse una signora, che poteva anche essere mia madre, mi sono sentito male. Volevo rassicurarla e dimostrarle il mio dispiacere, sono felice che abbia accettato la pizza. Lei mi ha detto ‘è normale, succede quando vieni allo stadio’. Io le ho risposto che no, non era normale. Il tifoso con la mia bandiera allo stadio? Sì, l’ho visto: è stato incredibile. L’amore che ricevo dalle persone è incredibile: c’è chi lo fa con una canzone o con una preghiera. Non lo dimenticherò mai. Voglio fare qualcosa di straordinario per ricambiare tutto. Ho cercato il numero del ragazzo della bandiera: ci siamo visti dopo la partita contro l’Atalanta e abbiamo parlato un po’”.

E sul tema maschera, l’attaccante nigeriano non si è nascosto: “E‘ diventata la mia identità insieme ai miei capelli biondi. Hanno fatto molte iniziative divertenti con i miei capelli e il mio viso, anche i miei compagni mi mandano foto e video. Sento di essere un’ispirazione, terrò la maschera per loro”.

Chiusura finale sul rapporto con la città: Napoli è diversa da tutto, il sentimento è diverso. Loro giocano a calcio e amano il calcio davvero tanto. Vedi come loro idolatrano Maradona ed è incredibile. Non ho mai visto nulla di simile in vita mia. Anche quando gioco male o sbaglio un gol cantano il mio nome, ti danno amore. Sono davvero riconoscente a loro, tutto questo non è scontato. Farò di tutto per dare loro ciò che desiderano”.