Nuova puntata dell’inchiesta sulle carceri italiane realizzata da “Crimini e Criminologia”: trasmissione in diretta tutte le domeniche dalle 21 a mezzanotte su Cusano Italia tv, canale 264 del digitale terrestre. L’occasione per tornare a parlare dello stato delle nostre carceri è arrivata dal libro “CAPTIVI”, scritto da Enrico Sbriglia ed edito da Edicusano.
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L’inchiesta sulle carceri italiane
All’orecchio distratto “cattivi”, in latino “prigionieri”. Ispirato da una moltitudine di “CAPTIVI” incontrati, l’autore inventa un personaggio, il direttore penitenziario Cesare Sanfilippo, e ne racconta i fantastici ricordi scanditi dall’orologio della pena. È un fiume di umanità quello dove l’originale narratore immerge le mani per dissetarsi: l’acqua appare torbida, ma non avvelena; forse perché filtrata da mille cancelli, grate, portoni di ferro. Spesso questo elemento vitale lascia in bocca il sapore disgustoso del metallo, ma può alimentare la pianta della speranza. Enrico Sbriglia, presidente onorario del CESP (Centro Europeo di Studi Penitenziari), è stato un dirigente generale del Ministero della Giustizia.
Ha diretto diverse carceri ed è stato a capo di vari provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria: Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Piemonte e Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Marche. All’inizio della sua carriera ha lavorato anche in Campania e per molti anni è stato il Segretario Nazionale del SI.DI.PE (Sindacato dei Direttori Penitenziari). Inoltre, Enrico Sbriglia è un grande esperto di temi legati alla sicurezza, e in questa veste ha partecipato a numerosi progetti europei in tema di contrasto al radicalismo religioso violento. E’ stato anche assessore alla Sicurezza nel Comune di Trieste. Al microfono di Fabio Camillacci, Enrico Sbriglia ha fatto un’importante riflessione.