Guerra in Ucraina, aggiornamenti del 23 marzo 2023.

Nonostante la partita si giochi soprattutto al Consiglio europeo di Bruxelles, non mancano grosse novità che riguardano il fronte. Oggi, per esempio, il presidente Volodymyr Zelensky ha visitato l’Oblast’ di Kherson, osservando con i propri occhi i segni dei bombardamenti che insistono sulla regione dallo scorso novembre, ossia da quando l’Ucraina ha riconquistato la città. C’è tanto da ricostruire, e la visita di Stato è servita proprio a dimostrare la vicinanza nei confronti dei residenti locali, in molti casi privi dei servizi essenziali come luce e acqua.

Sotto il profilo delle alleanze, la giornata odierna ha visto in prima fila Slovacchia e Finlandia: Bratislava ha infatti inviato i primi quattro MiG-29, aerei da caccia di fabbricazione sovietica; Helsinki da un lato ha ratificato i passi in avanti per l’ingresso nella Nato (mancano sempre gli ok di Ungheria e Turchia), dall’altro si è fatta carico del ruolo di intermediario degli armamenti in arrivo dagli Stati Uniti.

Guerra in Ucraina, gruppo Wagner potrebbe abbandonare Bakhmut

A proposito di ricostruzione, proseguono le stime dei danni causati dalla guerra in Ucraina. La Banca Mondiale ha aumentato la sua valutazione ad almeno 411 miliardi di dollari, un dato aggiornato al 24 febbraio scorso, vale a dire allo scadere del primo anno di conflitto.

Giusto per dare un’idea della portata di questo numero, esso corrisponde a 2,6 volte il prodotto interno lordo dell’Ucraina nel 2022 (certamente condizionato al ribasso). La stima precedente, risalente allo scorso settembre, era di 349 miliardi di dollari (ed erano riferiti ai primi tre mesi di scontri). Dal canto suo la Banca Mondiale ha già stanziato 20,6 miliardi di dollari per l’Ucraina. Secondo la Kyiv School of Economics, i danni totali in Ucraina causati dalla guerra russa hanno raggiunto quasi 143,8 miliardi di dollari a febbraio 2023.

Un’altra indiscrezione apparsa nelle ultime ore su un importante tabloid americano riguarda il destino del Gruppo Wagner. L’organizzazione è diventata fondamentale dallo scorso inverno per l’avanzata russa in Donbass, in particolare attorno alla città simbolo di Bakhmut. Eppure, lo stallo che si è creato ormai da diversi mesi potrebbe portare i mercenari guidati da Yevgeny Prigozhin a rivolgere l’attenzione altrove. Magari proprio in quell’Africa già terreno fertile per operazioni molto sospette, secondo quanto riportato da Bloomberg il 23 marzo.

Scorrendo rapidamente la cronaca recente, il gruppo Wagner ha reclutato nuove leve per sopperire alle pesanti perdite che avrebbe registrato negli assalti intorno a Bakhmut. Fonti interne rivelano però che il malcontento risiede unicamente nella mancanza di supporto bellico da parte della Russia, impendendo così nuovi progressi. Diverse unità d’intelligence sono convinte che a stretto giro le milizie di Mosca possano alzare bandiera banca e desistere da ulteriori assalti.