Arriva una sorta di stop alla proposta del Governo di costruire il ponte sullo stretto di Messina. Questa volta a sollevare dubbi sull’utilità sono i geologi, soprattutto dal punto di vista sismico. Ma anche da quello delle priorità infrastrutturali, come da più parti arrivati. “La discussione sul collegamento stabile tra Calabria e Sicilia – afferma Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – distoglie dalle emergenze territoriali molto più importanti che il Paese deve affrontare con un piano delle infrastrutture, necessario e visionario”.

Le priorità devono però essere altre: molti sono i problemi dell’Italia e di certo il Ponte non è una di esse: “Abbiamo temi molto più urgenti da affrontare nell’immediatezza – aggiunge Fiore – dalle crisi idriche, alla mitigazione del dissesto geo-idrologico, dalla programmazione delle fonti di energia rinnovabile per una transizione verde, al contrasto alla desertificazione. Dobbiamo pensare alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio e storico artistico, pubblico e privato, circa la sismicità del territorio. Molto del patrimonio edilizio di recente reso efficiente dal punto di vista energetico non è adeguatamente protetto dal rischio sismico”. 

Ponte sullo Stretto di Messina, Fiore: “Non può essere svolto a intermittenza in base all’idea del momento”

Proprio su questo ultimo versante i geologi ritengono che il Ponte sullo Stretto “richiederebbe studi indipendenti da affidare agli enti pubblici di ricerca e all’accademia. Tempi di studio molto lunghi, tempi di studio propedeutici alla progettazione che andando oltre una legislatura non possono diventare simbolo identificativo, anche se solo annunciato”. Sicilia e Calabria, oltre ai già noti problemi infrastrutturali, hanno anche preoccupazioni “”Ci sono problemi “di carattere geologico e sismico delle due sponde – aggiunge Fiore – ma soprattutto credo che non sia una priorità. È un’opera utile ma complessa da realizzare: non bisogna pensare solo alla campata tra una sponda e l’altra, c’è tutta la questione del collegamento della viabilità su gomma e su ferro delle due regioni che deve essere necessariamente rivista per essere perfettamente innestata sul ponte. Inoltre la progettazione esecutiva si deve basare su studi indipendenti e approfondimenti di carattere sismico e ambientale, come la destinazione dei materiali prodotti sulle due sponde durante le varie fasi del cantiere. Uno studio complesso che non si può risolvere durante una legislatura e che non può essere svolto a intermittenza in base all’idea del momento”. 

Intanto la maggioranza ha ribadito di essere compatta sul tema e che a breve verrà posata la prima pietra. Ma servirà circa un anno per ripristinare le prerogative che erano state sospese dal governo Monti, come sostenuto da Domenico Furgiuele, vice capogruppo alla Camera della Lega e segretario in Commissione Trasporti. Intanto il vicepremier Matteo Salvini si presenta da Bruno Vespa con un plastico di berlusconiana memoria, per mostrare a tutti quello che potrebbe essere il Ponte Salvini. Che ha ribadito “Costa meno di un anno di Reddito di Cittadinanza – ha dichiarato in merito ai 7 miliardi di euro di costo previsto per l’infrastruttura – L’obiettivo è mettere la prima pietra entro due anni“