Finalmente ci siamo. Il giorno che tutti stavamo aspettando sta per arrivare: la cucina italiana diventerà patrimonio Unesco. Pasta e pizza allora avranno il rispetto che sempre hanno meritato. Ma il percorso per il sogno è ancora lunga e ci vorranno infatti almeno due anni per realizzarlo. Ma poi la cucina italiana sarà patrimonio Unesco, insieme a quella greca, messicana, giapponese e francese.
l Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, presieduto da Franco Bernabè, ha approvato come candidatura italiana da presentare all’esame del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale quella della ‘Cucina italiana fra sostenibilità e diversità bioculturale’, insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano, frutto di un continuo gioco di connessioni e scambi che dalle precedenti generazioni arriva alle nuove e manifestazione quotidiana di creatività con una storia plurisecolare caratterizzata da numerosi scambi, interferenze e contaminazioni reciproche. La cucina italiana infatti è il simbolo dell’italianità, sia nel Belpaese che all’estero.
La cucina italiana come patrimonio Unesco, la felicità del Governo
“Il ministero della Cultura e quello dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste hanno pensato di lanciare l’Italia, la sua cucina, a patrimonio culturale mondiale – racconta il sottosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi – una decisione per valorizzare un patrimonio nazionale che riguardava non solo i 60 milioni di italiani che vivono nel Paese ma anche gli 80 milioni di italiani che vivono al di fuori e gli stranieri che amano lo stile di vita italiano. Parte un cammino che ci porti a vincere. La candidatura verrà valutata nel 2025. Ci auguriamo il percorso coinvolga molti cittadini. Sono tante le persone che hanno sostenuta questa candidatura sinora, anche il ministero degli Esteri. La Farnesina già a novembre ha la settimana della cucina italiana nel mondo, cui collaboreremo”, ha aggiunto Mazzi. Gli fa seguito il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che sottolinea quanto il riconoscimento sia notevole. “Una partita importante – sottolinea Sangiuliano – esiste il sistema Italia, il sistema Nazione, che ha varie declinazioni. Proprio stamani, facendo il punto per la Fondazione Villa Verdi, che si prenderà cura della casa museo del maestro, uno degli elementi di forza per la Villa è emerso essere il contesto enogastronomico d’intorno, dato che quello è il territorio del culatello e di diversi ristoranti d’eccellenza. L’attrattiva sarà Giuseppe Verdi, ma senza l’elemento enogastronomico non funziona così bene. La candidatura della cucina italiana significa promuovere una idea della vita italiana che è fatta di musica, arte, cultura ma anche eccellenza nel cibo”. “Io credo in questa candidatura – interviene ministro Francesco Lollobrigida – la nostra cucina non ha rivali ma fino a oggi non c’è stata forza di promuoverne la complessità e anche di guardare alla prospettiva dal produttore al trasformatore. La cucina italiana può difficilmente essere declinata con 10/20 prodotti come avviene per le altre, ha una varietà che la rende unica”.