Question time al Senato per il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, tema centrale il decreto emergenza sul caro energia che sarà discusso al Consiglio dei Ministri fissato per la prossima settimana.

Scadono infatti il prossimo 31 marzo le misure il caro energia contenute nella Legge di Bilancio 2023. Interventi che coprivano il primo trimestre del nuovo anno e che, per bocca del ministro leghista, saranno rinnovate e spalmate nei restanti mesi, sia caldi che freddi.

Il punto di partenza saranno i fondi eventuali avanzati rispetto allo stanziamento iniziale di 21 miliardi (su 30) approvato a fine dicembre. Fondi che sono rimasti accantonati sia per il calo delle tariffe di luce e gas sia perché i consumi sono stati alleggeriti da un inverno complessivamente non troppo freddo.

Caro energia, Giorgetti detta modi e tempi: “Decreto da 5 mld”

Cinque miliardi, questo il controvalore economico del decreto annunciato oggi dal ministro Giorgetti per contrastare il caro energia nei restanti mesi del 2023.

Nel suo intervento, il titolare del DEF ha parlato di “governo consapevole” in merito al fatto che il caro bollette è stato sì attenuato ma non definitivamente superato. Pertanto, “è allo studio un provvedimento di emergenza” le cui misure saranno inserite “in base alle risorse disponibili e avranno durata temporale differenziata”. Il ministro della Lega fa poi riferimento anche al Documento di Economia e Finanza, che sarà aggiornato prossimamente, così come all’integrazione delle future norme con il RepowerEu e il Pnrr.

Chiaramente il discorso è ancora in una fase embrionale, eppure Giorgetti è stato capace di tracciare una circonferenza definita degli ambiti di intervento. Una delle poche certezze (negative) sarà il ripristino degli oneri di sistema, costi fissi che erano stati precedentemente decurtati.

Per quanto concerne le famiglie, è stata anticipata una misura che sarà in vigore dal primo ottobre (il cosiddetto “inizio dell’anno termico”): “un contributo a compensazione che sarà erogato dentro il canone della bolletta elettrica”. Già da aprile invece saranno con ogni probabilità prorogati il taglio dell’Iva sul gas al 5% e il bonus per le famiglie con un reddito Isee inferiore ai 15mila euro.

Per le imprese lo strumento principale di sostegno rimane il rafforzamento del credito di imposta per l’acquisto di energia e gas per le aziende cosiddette energivore, ora fissato al 45% (mentre per bar, ristoranti ed esercizi commerciali è al 35%): complessivamente lo Stato ha rimborsato circa 10 miliardi di euro e potrebbe applicare dei criteri selettivi nella definizione delle aziende beneficiarie.