Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Il caso fa parte dei misteri che il nostro Paese non è mai riuscito a risolvere. Guai però ad arrendersi. Per questo è arrivato, con un voto all’unanimità l’ok alla proposta di legge che istituisce la Commissione bicamerale d’inchiesta con l’obiettivo di fare luce, a 40 anni di distanza, sulla scomparsa delle due ragazze. Con 245 sì su 245 votanti, ora il testo passa al Senato che sarà chiamato ad esprimersi. In esclusiva per Tag24 il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha raccontato l’emozione vissuta in mattinata e ha svelato cosa si aspetta adesso.

Il caso Emanuela Orlandi, le dichiarazioni di Pietro

Pietro Orlandi era presente in Aula e insieme alla sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori, ha assistito live alla votazione che porterà una Commissione specifica a lavorare di nuovo sul caso delle due giovani ragazze scomparse nel lulla. Un tassello importante raggiunto, dopo 40 anni di depistaggi, errori e silenzi. Il primo commento di Pietro, intervistato in esclusiva da TAG24, è dedicato proprio al voto di questa mattina e alle emozioni provate dalle due famiglie presenti: “Siamo molto soddisfatti, mi ha fatto piacere ovviamente la votazione favorevole all’unanimità. Sono stato felice, essendo in Aula, di sentire le relazioni dei Deputati che hanno parlato senza distinzione di schieramento politico analizzando in maniera sincera ciò che ci è successo. La volontà è quella di fare chiarezza su tutte quelle anomalie a cui abbiamo assistito in questi 40 anni. Ho notato una grande vicinanza da parte delle Istituzioni, come mai era accaduto prima. Ho sentito l’affetto vero in quel lungo applauso che tutta l’Aula ha rivolto noi. È stato davvero commovente“.

Un mistero vero e proprio che avrebbe coinvolto personaggi importanti, dal Vaticano alla Banda della Magliana, motivo per il quale, secondo Pietro, tanti testimoni avrebbero evitato di parlare in questi anni: “Alcuni dei colpevoli forse non ci sono più – ha detto – ma questo non significa che non si debba arrivare a capire chi è stato. Io considero colpevoli anche tutti coloro che sono a conoscenza di qualcosa e hanno evitato di parlare e di aiutarci in tutti questi anni”.

Caso Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il racconto degli ultimi anni

“Abbiamo fatto numerose istanze per essere ascoltati dai promotori di giustizia in Vaticano. Siamo in possesso di nuovi elementi che abbiamo raccolto da soli, dall’archiviazione del 2016 ad oggi, ma non ci hanno mai voluto ascoltare. Il 9 gennaio – ha continuato Pietro – hanno aperto un’inchiesta interna al Vaticano e noi il 10, tramite avvocati, abbiamo fatto richiesta di essere ascoltati. Sono passati due mesi e mezzo e per ora abbiamo ricevuto solo silenzio assoluto. In mano abbiamo prove interessanti, degli screenshot che coinvolgono persone vicine a papa Francesco e volevamo almeno poter comunicare i nomi così da avere la loro versione dei fatti, ma niente, non vogliono sapere”.

Pietro non si è mai arreso e in questi anni ha chiesto più volte di essere ascoltato dalle Istituzioni che finalmente, tramite l’istituzione di una Commissione d’inchiesta potranno ricominciare ad indagare. Da dove ripartire? “Dalla fine secondo me. Ho incontrato tante persone in questo periodo, il Presidente della Camera, del Senato, il sottosegretario di Stato Mantovano – ha detto il fratello della Orlandi – e ho raccontato ciò che abbiamo scoperto. Non dovrebbero esserci ostacoli in Senato e la commissione potrebbe essere costituita già per la fine di aprile. Si deve ricominciare da quello che è successo in Procura. Dall’ammissione del Vaticano di essere a conoscenza di qualcosa di importante e dal fascicolo consegnato a Capaldo, contenente i nomi di chi aveva responsabilità. Lui chiese addirittura la restituzione dei resti del corpo di Emanuela. Sono cose gravissime perché le disse pubblicamente e Pignatone, che finito il mandato venne promosso da papa Francesco a Presidente del Tribunale Vaticano, gli tolse l’inchiesta nel 2012 per poi arrivare all’archiviazione. Sono i primi che andrebbero ascoltati, insieme ai due emissari del Vaticano, l’ex comandante della Gendarmeria Giani e il suo vice Alessandrini. Mi ha fatto piacere che questo sia emerso anche nelle discussioni in Aula poiché ne ha parlato più di un Deputato. Negli anni passati – ha aggiunto Pietro – percepivo che le Istituzioni avessero sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano. Oggi per la prima volta è stato diverso. I discorsi in Aula sono pubblici, e oggi non hanno avuto alcun timore. Sono passati 40 anni ed è ancora uno dei misteri dello Stato Italiano. Ci sono state troppe intromissioni anche da parte di Stati esteri e questo può significare solo che c’è qualcosa che va oltre la semplice scomparsa di Emanuela”.

La storia di Mirella Gregori

“Io e la sorella di Mirella, Maria Antonietta, siamo convinti che non ci sia un legame tra le due ragazze, se non quello con il terrorista Ali Agca. L’importante – ha concluso Pietro – è che se ne parli e che si mantenga alta l’attenzione su queste due storie. Lei vorrebbe che si potesse riaprire presso la Procura un’inchiesta sulla scomparsa di sua sorella a prescindere da Emanuela. Io ho fatto dei documentari su rapimenti di questo tipo e mi sono occupato anche di Mirella. Sono uscite fuori delle storie strane che non tornano e andrebbero approfondite. Questa ragazza è scomparsa e non si è più saputo nulla, come è possibile?”.