Ivan Provedel, portiere di provincia che ha trovato la grande occasione a 28 anni con la maglia della Lazio. Arrivato per appena tre milioni di euro in estate dallo Spezia su indicazione di Maurizio Sarri, ci ha impiegato appena cinque minuti per prendersi i pali biancocelesti per non lasciarli più. La convocazione di Mancini con l’Italia è stato il coronamento di un sogno anche a testimonianzia di un rendimento indiscutibile con cui vuole infrangere il record . Intanto si gode una stagione eccellente con sedici volte la porta imbattuta.

La Lazio è la seconda difesa del campionato dietro ad un Napoli che sta infrangendo ogni record, proprio la fase di non possesso è il segreto della squadra di Sarri. “Da quando sono arrivato ho visto una squadra lavorare forte e con convinzione per quelle che sono le richieste dell’allenatore. Il gol non è che non lo prendo io, il merito è di tutta la squadra. Significa che filtrano bene tutti, a partire dagli attaccanti e arrivare fino a me. Clean sheet? Mi fa piacere e mi dà una spinta maggiore per allenarmi sempre meglio. Nel derby abbiamo subito un tiro in porta e quindi il merito è dei miei compagni” ha spiegato il portiere durante un evento in una scuola di Roma organizzato dalla Lazio.

Il derby

La vittoria contro la Roma ha lanciato ancora di più la Lazio nella corsa Champions e ribadita l’egemonia biancoceleste sulla città. Provedel ha rischiato di non giocarla la gara perché “ero a letto con la febbre, mi sono ripreso un attimino e sono riuscito a scendere in campo”. Ma non va chiamata partita della svolta: “Non mi piace definirla così perché sembra quasi che ci arrivi per caso. Entrambe le partite precedenti sono state negative, la vittoria ci ha dato entusiasmo. La svolta però è arrivata tempo fa dopo una serie di risultati negativi, abbiamo cambiato marcia e i risultati sono una conseguenza”.

Il sogno Champions

La classifica mette la Lazio al secondo posto in attesa di conoscere l’esito del ricorso della Juventus. L’obiettivo dichiarato è rientrare nella competizione europea più importante: “I risultati che stanno arrivando ci stanno dando sicurezza. Purtroppo, non siamo riusciti ad andare avanti in tutte le competizioni e siamo rimasti in gioco in campionato per il piazzamento. Abbiamo raccolto i punti che pensiamo di meritare e che non siamo riusciti a fare prima, le altre squadre che sono concorrenti non hanno fatto altrettanto e siamo riusciti ad avere un po’ di vantaggio”.

Il blocco italiani

La squadra di Maurizio Sarri ha fatto riscoprire l’importanza di avere tanti italiani in organico. Da Provedel fra i pali, passando per la coppia difensiva Casale-Romagnoli, Danilo Cataldi in mezzo al campo con Mattia Zaccagni e Ciro Immobile in attacco. “Sicuramente tutto questo aiuta, soprattutto la comunicazione verbale e l’intesa che si può creare a partire da ciò che viene chiesto dall’allenatore. Per di più son tutti grandi ragazzi sia per valori sia per spirito, tutto viene più facile”.

Momenti difficili

Se ora si sta togliendo belle soddisfazioni, ci sono stati anche anni complicati fra tanta gavetta e qualche infortunio. “Il momento più difficile quando avevo 23 anni e mi sono rotto la tibia, ci ho messo tanto a rientrare e a riprendere la forma. Ho anche pensato di smettere. Chi mi ha aiutato sono stati la famiglia e i miei amici, mi hanno spronato perché hanno visto tutti gli anni che ho speso inseguendo il mio sogno. Non bisogna smettere di credere nel proprio sogno, ho continuato e ho avuto la fortuna di riprendermi e fare ancora meglio di prima”.

Momenti difficili avuti anche nel percorso delle giovanili all’Udinese, uno dei vivai più fulgidi per i portieri. “Ha avuto un percorso particolare Provedel. A 28 anni è riuscito a prendersi un posto importante in una big come la Lazio. E pensare che quando l’ho avuto io all’Udinese, faceva il portiere solo da un anno. Prima giocava centravanti, sia nel Treviso che a Pordenone. Poi ha cambiato ruolo. È passato dal voler fare gol a cercare di non prenderne. Strano eh? Però per questo piace a Sarri, perché sa giocare con i piedi e può essere utile in fase di impostazione” ha racconta il preparatore dei bianconeri Sergio Marcon in una recente intervista.