Alla fine è arrivato il dietrofront del Governo, dopo poche ore dal pasticciaccio di non volersi costituire parte civile all’udienza preliminare nel processo per la strage di Piazza della Loggia. Molte le voci che si erano alzate contro il Governo, ad iniziare da Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Brescia che aveva richiesto un chiarimento della presidenza del Consiglio per capire cosa fosse successo. “Mi auguro – queste le sue parole – che la Presidenza del Consiglio chiarisca nei prossimi giorni cos’è successo”. Lo dice Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Brescia in merito alla mancata costituzione di parte civile nell’udienza preliminare. Non so cosa sia accaduto. Se non è stata avvertita l’Avvocatura dello Stato oppure se è stata avvertita e ha scelto di non esserci”. Anche il sindaco di Brescia, Emilio del Bono, ha fatto sentire la sua voce definendo la notizia “una pessima notizia”. “La Presidenza del Consiglio è opportuno e politicamente rilevante – aggiunge – che si costituisca parte civile nel processo in corso sulla strage di Piazza della Loggia”.
Strage piazza della Loggia, la nuova udienza preliminare
Quarantanove anni dopo la strage che ha ucciso 8 persone e ferite 100, si torna in aula per cercare nuovi pezzi di verità sull’esplosione di una bomba nascosta in un cestino di rifiuti. Davanti alla giudice Francesca Grassani si è aperta l’udienza preliminare nell’ambito dell’indagine quater sulla strage del 28 maggio 1974 che ha visto emergere come possibili esecutori dell’attentato le figure dei neofascisti veronesi Marco Toffaloni e Roberto Zorzi. Dopo l’analisi di eventuali eccezioni delle difese, i pm potrebbero giù discutere del rinvio a giudizio solo di Zorzi, che vive negli Usa, mentre nei prossimi giorni toccherà a Toffaloni, che si trova in Svizzera, il cui ruolo è di competenza del Tribunale dei Minori perché aveva 17 anni, tre anni in più del compagno di passione politica.
Strage di Brescia, il Governo cambia idea: la nota
Con una nota la presidenza del Consiglio chiarisce dunque che si costituirà parte civile. “La Presidenza del Consiglio – dichiara il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano– non ha ricevuto nessun avviso riguardante la fissazione dell’udienza preliminare del processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, imputati per la strage di piazza della Loggia Brescia. Per questo, l’Avvocatura dello Stato, su mandato della stessa Presidenza del Consiglio, chiederà al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile, che seguirà non appena la rimessione sarà concessa”. A leggere queste parole però sorge il dubbio che il Governo sia la vittima, perché la colpa è dell’Avvocatura di Stato che non lo ha avvisato. Certo, per un processo così importante che potrebbe far luce su una delle stragi più efferate della storia dello Stato italiano, ci saremmo aspettati più attenzione. Per non dire che i più maligni potrebbero vederla come uno scaricare il barile su altri, anche se non è così. Ora bisognerà aspettare questa udienza preliminare sulla strage di piazza della Loggia e vedere se uscirà fuori qualcosa di nuovo.