Non accennano a placarsi le proteste contro la riforma delle pensioni in Francia. A Parigi, i manifestanti hanno occupato l’aeroporto Charles de Gaulle e la Gare de Lyon, principale stazione ferroviaria della capitale. Ad invadere i binari si sono precipitate decine di manifestanti, che hanno impedito la corretta circolazione dei treni.
Anche oggi, giovedì 23 marzo, per il nono giorno consecutivo ha avuto il via alle 14 il corteo contro la riforma, approvata dal governo senza il voto del Parlamento. Partenza da Place de la Bastille in direzione Opèra.
Diversi siti turistici di Parigi e dintorni rimarranno paralizzati anche oggi per via dei disordini creati dai manifestanti. Rimarranno chiusi la Torre Eiffel, il castello di Versailles e l’Arco di Trionfo: annullate anche le visite notturne al Museo d’Orsay. Il museo del Louvre resterà invece aperto fino alle 18.
Proteste riforma pensioni in Francia, le tappe del corteo parigino
Appuntamento nella capitale per il corteo di protesta: partito alle 14, si staglierà attraverso piazza della Bastiglia, in direzione Rèpublique e poi verso place de l’Opèra. La mobilitazione di oggi è considerata cruciale: ad inasprire ulteriormente i sindacati le dichiarazioni in tv di Emmanuel Macron, che ha ribadito di voler andare fino in fondo con la riforma. Il ministero dell’Interno francese ha stabilito un nuovo spiegamento di forze: 12.000 poliziotti, di cui 5.000 soltanto a Parigi.
Il timore di scontri si fa sentire, visti anche gli atti di vandalismo che stanno interessando le città francesi negli ultimi giorni. I cassonetti, stracolmi di rifiuti per via dello sciopero dei netturbini, sono stati dati diverse volte alle fiamme dai gruppi di manifestanti più accaniti.
Anche gli studenti non stanno a guardare: i licei di diverse città francesi sono stati occupati per protestare contro la riforma delle pensioni. Tra essi c’è anche il prestigioso e storico liceo della capitale, il Louis-le-Grand. Proteste studentesche hanno interessato anche Marsiglia, Montpellier, Tolosa, Rennes, Nantes e Lione.
Tutto, secondo i dimostranti, per “colpa di Macron”, che con le sue dichiarazioni non ha fatto altro che gettare “una tanica di benzina sul fuoco”. Lo ha detto il sindacalista francese Philippe Martinez, segretario generale della Cgt.