Negli ultimi giorni circolano preoccupazioni circa la roadmap che il governo Meloni deve seguire nell’intento di portare a casa gli impegni sul PNRR. Dubbi fatti emergere, chiaramente, dal Commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni. Ne ha parlato Carlo Calenda confermando la linea:
Ci sono ritardi enormi di cui il governo è consapevole. Avevamo proposto di dare un fondo di 2 miliardi ai comuni per portare avanti i lavori in assenza di progettisti. Pur di non perdere i soldi ho proposto al governo il piano impresa 4.0 in cui si incentivano investimenti nelle imprese, specie sulla digitalizzazione, ed aggiungere energia ed ambiente. I capitoli del PNRR si possono cambiare e presenteremo un emendamento con tutti le ipotesi di copertura ed i risultati attesi.
Calenda: il governo è già in crisi
Il leader del Terzo Polo è intervenuto questa mattina ai microfoni di Zapping e, reduce dalla giornata parlamentare di ieri in cui si è animatamente discusso di guerra in Ucraina, ha ravvisato le prime crepe all’interno del governo guidato da Giorgia Meloni: “Non è in crisi nel senso che cade, ma è in crisi politica”. Il riferimento è al fatto che ieri, nella discussione alla Camera, la Lega è sembrata piuttosto fredda sulla linea di governo. Così Calenda:
Il capogruppo della Lega ha smentito la linea del Presidente del Consiglio. All’interno del governo le fratture aumentano e succede, come sempre, quando c’è una flessione di popolarità della Meloni. Il governo è molto diviso e sentire un leghista proporre contenuti più simili a quelli del Movimento 5 Stelle che quelli del governo fa molta impressione.
Al di là delle dinamiche interne è sotto gli occhi di tutti che Giorgia Meloni stia vivendo – anche in termini di consenso – il suo primo vero momento di difficoltà. Calenda lo spiega così:
Il calo della Meloni ha come prima ragione la questione sanitaria. Non è che se uno non vota Meloni e vota Schlein. Vedo, piuttosto, che se cala il 5 stelle sale Schlein. Noi, invece, siamo ricresciuti con la Schlein. Poi c’è la questione migratoria: quando dici di volere il blocco navale e poi, con te al governo, gli sbarchi triplicano allora succede questo. Entri in contraddizione perché le proposte che hai fatto erano irrealizzabili. Un problema di tutti questo: da Salvini al Movimento 5 Stelle.
Proprio l’avvento di Schlein, invece, ha dato linfa al Terzo Polo che è cresciuto di qualche decimale. Ma secondo Calenda non è uno slittamento di consenso che avviene in automatico:
Serve un lavoro preciso e circostanziato nelle proposte. Votando con l’opposizione se c’è un terreno comune e lo stesso con il governo se, ad esempio, propone una legge sul voto di ufficio. Io sono in politica per far accadere le cose.
Verso il partito unico
Carlo Calenda, poi, come ha già fatto Renzi ieri, ha confermato che l’iter per il partito unico del Terzo Polo è avviato. Il numero uno di Azione ha chiarito la posizione del suo omologo di Italia Viva:
Matteo Renzi non è all’interno dell’organo dirigenziale del Terzo Polo e non si candiderà alla leadership. Ha fatto un passo indietro ma partecipa ed è con noi. Nel futuro partito penso che ci sarà, spero. Ma non avrà, come ha chiesto lui, ruoli direttivi.
Ancora in corso la discussione sul nome del partito:
Sul nome non ci siamo, è una questione complessa, ci sarà tempo. Intanto ci daremo una costituente e delle regole per poi organizzare un congresso come un vero partito.