Sono finite nel peggiore dei modi le ricerche di Giulio Sangermano, il 52enne scomparso da Fiumicino lo scorso 17 marzo, trovato morto nell’area di un cantiere poco distante dal luogo in cui aveva lasciato la sua auto. La scoperta è stata fatta nel pomeriggio di ieri, 22 marzo, da un operaio che, dopo essersi imbattuto nel corpo dell’uomo, ancora sotto choc avrebbe dato l’allarme. Tra le ipotesi, quella che l’uomo possa essersi gettato dal viadotto, in stato confusionale. Sul caso indaga la Procura locale.

Giulio Sangermano ritrovato morto nell’area di un cantiere: era scomparso da giorni

A denunciare la scomparsa dell’uomo, lo scorso 17 marzo, erano stati i familiari. Del 52enne, dipendente di un’azienda che si occupa della manutenzione e della ricarica di distributori automatici, non si avevano notizie dalla mattinata di venerdì quando, dopo essere uscito di casa, con la sua Fiat grigia aveva raggiunto il parcheggio davanti ad un agriturismo lungo la Portuense, proprio all’ingresso della cittadina balneare. Qui, come ogni giorno, avrebbe dovuto prendere il furgone dell’azienda per cui lavorava per recarsi in zona Eur. Ma da lì aveva fatto perdere le sue tracce. Sul sedile dell’auto le forze dell’ordine avevano ritrovato il suo cellulare. Al momento della scomparsa l’uomo indossava una tuta aziendale con sopra un giubbino nero. Questi i dettagli che, nella giornata di ieri, avrebbero permesso agli inquirenti di appurare che il corpo rinvenuto a poca distanza dal parcheggio, appartenesse proprio all’uomo.

A trovarlo sarebbero stati alcuni operai della ditta “Italianacostruzioni infrastrutture”, impegnati a predisporre l’apertura di un cantiere sotto alla sopraelevata che collega l’aeroporto di Fiumicino a Isola Sacra, verso Ostia. Qui, all’interno di un canale di scolo, si trovava il corpo senza vita di Giulio. Immediatamente allertati i soccorsi, il capo cantiere avrebbe sospeso i lavori, consentendo alle forze dell’ordine di mettere in sicurezza l’area per effettuare tutti i rilievi del caso. La Procura locale ha ora aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto, autorizzando la rimozione del cadavere. Stando alle prime ricostruzioni, si ipotizza che l’uomo, in stato confusionale, possa essere salito sul viadotto e abbia poi deciso di gettarsi. La posizione in cui è stato ritrovato il corpo, però, lascerebbe spazio a dubbi. Fondamentale per comprendere la causa del decesso sarà l’esame autoptico effettuato dal medico legale incaricato sulla salma. Sconvolta dalla notizia la comunità locale, dove l’uomo era conociuto e stimato.

Identificato il cadavere trovato in una cava a Tivoli

È stato intanto identificato, da parte dei carabinieri della Compagnia locale, il cadavere trovato lo scorso 17 marzo all’interno di una cava di pozzolana alle porte di Roma, nei pressi di Villa Adriana a Tivoli, in evidente stato di decomposizione. La vittima si chiamava Costel Costea. 40 anni, l’uomo era un senza fissa dimora originario dalla Romania ed era scomparso dal 4 febbraio scorso. La famiglia, non avendo più sue notizie, aveva sporto denuncia. Da quel momento, l’intera comunità si era mobilitata in suo aiuto, condividendo appelli sui social, diffondendo una sua foto e coadiuvando le perlustrazioni delle forze dell’ordine. “In caso di avvistamento chiamate subito il 112. Ha bisogno di prendere farmaci, chiede le sigarette, voi intrattenetelo senza farlo spostare fino all’arrivo delle forze dell’ordine”, scrivevano. Alla fine, degli operai l’avevano trovato, senza vita. Stando ai primi rilievi effettuati sul corpo, esposto per settimane alle intemperie, il medico legale avrebbe escluso l’ipotesi di un omicidio: sulla salma non sarebbero stati riscontrati segni di violenza. Più probabile che Costel sia deceduto per cause naturali, forse colto da un improvviso malore. Ciò che gli inquirenti si chiedono è perché si trovasse proprio lì. Solo l’esame autoptico permetterà di chiarire l’esatta causa del decesso e di ricostruire quanto accaduto.