Si scalda la situazione in Brasile a seguito di alcuni arresti che stanno facendo discutere la nazione verdeoro. Nel mirino della polizia, alla luce di recenti indagini, sono finiti nove membri di un gruppo criminale. Gli esponenti, sospettati di complotto per rapire o uccidere alcuni personaggi di spicco del Brasile, tra politici e figure pubbliche, sono stati tutti arrestati. Una delle figure prese di mire, presumibilmente, è Sergio Moro. Parliamo di un ex giudice che, negli anni passati, ha guidato uno dei più grandi casi di lotta alla corruzione proprio in Brasile, se non il più grande,
Tutti gli arresti sono stati solo il culmine di circa 24 blitz complessivi, tutti effettuati dalla polizia nella capitale Brasilia e negli Stati di San Paolo, Mato Grosso do Sul, Rondonia e Paranà. Ora le forze dell’ordine stanno indagando per capire se, a capo di questi arresti, possa esserci una rete criminale ancora più vasta. L’obiettivo è quello di sgominarla e, per farlo, si cercano anche possibili strade social tra messaggistica, scambi di telefonate e altri escamotage organizzativi.
Dal punto di vista degli arresti la tensione in Brasile è a livelli molto alti, anche per quanto riguarda quanto accaduto nei primi giorni di gennaio. Proprio la stessa popolazione brasiliana o, quanto meno, una parte, si era resa protagonista di un assalto al Parlamento e alla Corte Suprema. Alla luce di questa sommossa la polizia federale arrivò ad arrestare 1.200 persone. Per questi e altri motivi lo stato d’allerta resta sempre alto e di gran livello di monitoraggio.
Brasile, non solo arresti: la grana economia
Il Brasile, in queste ore, è nell’occhio del ciclone non solo per quanto riguarda questa serie di arresti, ma prevalentemente per alcune notizie di carattere economico che coinvolgono la Banca Centrale del Brasile. Il tasso d’interesse di riferimento al 13,75% pone l’obiettivo di abbassare l’inflazione, un punto che da Rio de Janeiro diventa sempre più centrale. Tutto questo arriva anche a seguito di alcune pressioni da parte del presidente Luiz Inacio Lula da Silva per ridurre il costo del credito. Il Comitato di politica monetaria della Banca ha deciso di lasciare invariato per la quinta volta consecutiva il tasso Selic, rimanendo in questo modo su uno dei livelli più alti al mondo.
“Questa decisione è compatibile con la strategia di convergenza dell’inflazione attorno all’obiettivo”, ha affermato il Comitato in un comunicato diffuso dopo la seconda riunione dell’anno. Il presidente Lula aveva descritto nei giorni scorsi come “assurdo” il livello del tasso Selic, che, a suo avviso, rallenta gli investimenti. Nella giornata odierna sono inoltre arrivate le dichiarazioni da parte del ministro delle Finanze, Fernando Haddad, il quale ha affermato che la dichiarazione della Banca centrale è “molto preoccupante” e che potrebbe incidere sui conti pubblici.