È il 23 marzo 1990 quando, mentre gioca nel cortile davanti casa in compagnia della sorellina e altri bambini, a Palermo, Santina Renda, 6 anni, viene accostata da un’auto bianca e portata via. Da quel momento di lei si perdono le tracce. Sono passati 33 anni e, nonostante un’indagine ormai archiviata, la famiglia continua ad invocare giustizia. “Mi aspetto che qualcosa finalmente si smuova”, ha detto la sorella intervistata da Fanpage.

Santina Renda oggi: il 33esimo anniversario della scomparsa

Sono tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla sparizione di Santina Renda. È il 1990, l’anno dei mondiali di calcio e da due giorni è iniziata la primavera. La bimba, graziosa e vivace, gioca con la sorellina Francesca ed altri bambini in via Pietro dell’Aquila, a pochi passi dalla sua casa di Palermo, nel quartiere San Giovanni Apostolo, all’epoca noto come “Cep”. Alle 16, non avendola vista rientrare in casa, dopo averla cercata ovunque, i genitori danno l’allarme: la bimba non si trova più. La notizia si diffonde. Si ipotizza di tutto, anche un sequestro da parte dei trafficanti di organi, una “leggenda metropolitana” che terrorizza l’Italia di quegli anni. Tra i testimoni, c’è chi dice di aver notato una Bmw accostarsi alla bimba.

Niente è certo e, ben presto, a finire nel mirino degli investigatori, sono proprio i genitori della bambina, accusati di averla venduta. Ma contro di loro non ci sono prove. A confessare è qualcun altro, un certo Vincenzo Campanella. A Palermo lo chiamano “lo scemo”, perché psicolabile. L’uomo sostiene che Santina sia caduta mentre era in sella al suo motorino, morendo. Una versione che non convince gli inquirenti, anche perché il corpo non viene mai ritrovato. Eppure due anni dopo, nel 1992, Campanella viene accusato di aver sequestrato un altro bambino, Maurizio Nunzio, cugino di Santina, e di avergli fracassato la testa. Ritenuto capace di intendere e di volere, viene condannato a 29 anni di carcere. Se abbia fatto del male alla bimba non si sa e le indagini, dopo un po’, vengono archiviate.

Dal giorno della sua sparizione sono passati ormai 33 anni e la famiglia di Santina non ha mai smesso di invocare giustizia. “Oggi sono 33 anni che di Santina non abbiamo più notizie – ha dichiarato la sorella, Francesca, a Fanpage -. Sono 33 anni di angosce e speranze. A me basterebbe sapere che è viva, anche se non ci vuole vedere o sentire, mi basterebbe sapere che Santina è viva e sta bene, che è felice”. Lo scorso novembre, grazie alla collaborazione dell’associazione Manisco World, il legale che sostiene la famiglia, l’avvocato Luigi Ferrandino, coinvolto anche nelle indagini che riguardano la scomparsa di Angela Celentano, ha diffuso la foto della Age Progression di Santina. Oggi avrebbe 39 anni.

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L’obiettivo è riaccendere i riflettori sulla vicenda, per tempo relegata in un angolo, provando a raccogliere nuovi elementi utili alla riapertura del caso. “Noi siamo fiduciosi – ha proseguito Francesca -, ci sono elementi che ci fanno ben sperare sul fatto di poter avere risposte. Se qualcuno sa, che parli, anche in forma anonima. Ogni segnalazione per noi è importante”. La donna, a fianco alla sorella al momento della scomparsa, ha sempre sostenuto di aver notato un uomo e una donna a bordo di un’auto avvicinarsi a Santina, attirandola con giochi e caramelle, e portandola con loro. All’epoca era troppo piccola e non poteva rendersi conto di quanto stesse succedendo. Ora vuole la verità, “brutta o bella che sia”. “Da sorella pretendo di sapere cosa sia accaduto – ha concluso -. 33 anni sono tanti e mi aspetto anche la notizia più brutta, ma mi aspetto che qualcosa finalmente si smuova”.