Il gran giurì che indaga su Donald Trump non si è riunito oggi e, probabilmente, non lo farà. Il gran giurì rappresenta, negli ordinamenti di common law, il complesso di persone che compongono la giuria deputata a giudicare se le prove raccolte circa un potenziale reato siano bastevoli per iniziare un processo penale nei confronti di una persona. Non è chiaro come mai, contrariamente a quanto era già stato detto, la giuria non si sia riunita. Ma, scrive il New York Times, il momento potrebbe essere stato semplciemente rimandato a domani. Se così non fosse, allora tutto slitterebbe a lunedì. Nel calendario giudiziario, infatti, questo organismo formato da giudici popolari estratti a sorte si riunisce solo tre volte la settimana: il lunedì, mercoledì e giovedì.

Nell’incrociare le fonti è utile riportare anche quelle di Insider secondo cui, se anche dovesse riunirsi domani il gran giurì, è probabile che questo si limiterà ad ascoltare almeno un testimone rimandando, quindi, il verdetto finale.

Insomma, c’è ancora incertezza sul timing ma è attesa ben presto una svolta nel caso che riguarda l’ex Presidente degli Stati Uniti. Questo mentre la Corte d’Appello ha respinto il ricorso di Trump che chiedeva di far rientrare il suo avvocato nelle prerogative di segretezza riservate alla Casa Bianca.

Arresto Trump: il motivo

Ma come mai Donald Trump rischia l’arresto? Il Tycoon è accusato di aver pagato in nero il silenzio della pornostar, Stormy Daniels, che voleva rivelare che avevano avuto una storia. La decisione potrebbe essere presa oggi.

Tutto uno show? Le presidenziali sullo sfondo

La sensazione è che Donald Trump voglia trasformare questo momento di difficoltà in qualcosa a lui utile. Cavalcando l’onda mediatica e rigenerando il rapporto con l’elettorato a lui più caro. Lo dimostra il fatto che, come riportano diverse fonti giornalistiche americane, Trump vorrebbe presentarsi ammanettato in tribunale qualora venisse davvero incriminato dal gran giurì di Manhattan. L’idea è quella di mettere su un vero e proprio show, uno di quelli che solamente Trump è capace di architettare.

Il motivo? Alimentare il sentimento anti sistema che alberga nei trumpisti e mobilitarli verso una causa simbolica – la protesta all’arresto – per poi riversare quella energia su altro: le elezioni presidenziali del prossimo anno. Quando Trump, se dovesse essere effettivamente candidato, bombarderà Joe Biden a suon di slogan populisti e radicali. Tutta questa faccenda, quindi, potrebbe finire con il ringalluzzire i suoi elettori. Ne è convinto, ad esempio, Elon Musk che su Twitter ha scritto: “Se lo incriminano rivincerà a mani basse”.

Qualcosa sembra già muoversi in questo senso visto che ieri, a Mar-a-Lago, in Florida, dove il tycoon vive dal 2021, e a New York, dove si svolge l’inchiesta, sono state prese misure di sicurezza per contenere i possibili atti di violenza da parte dei sostenitori dell’ex presidente. Alcuni suoi tifosi – scrive l’AGI – si sono radunati vicino la sua residenza a Palm Beach per esprimere sostegno: piccoli gruppi si sono riuniti lungo Southern Boulevard, l’arteria che porta a Mar-a-Lago, con striscioni e grandi bandiere con la scritta “Trump, Save America” o “Trump 2024”. L’allusione è alle presidenziali. È ormai chiaro: il possibile arresto di Donald Trump ha un riflesso notevole sulle prossime elezioni.