Figli di coppie gay Padova. Nelle ultime settimane non si fa che parlare dei diritti delle famiglie Arcobaleno, sopratutto in seguito alla decisione del Governo per cui l’amministrazione del Comune di Milano è stata costretta ad interrompere l’iscrizione nei registri anagrafici dei figli nati dalle coppie LGBT. Secondo la circolare del Ministero dell’Interno ed una precisazione della Procura di Milano questa regola è valida per tutte le coppie omogenitorali, fatta eccezione del caso in cui i bambini siano nati all’estero da due madri. Non solo.
Solo qualche giorno fa la commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. “In linea con la strategia per l’uguaglianza delle persone Lgbtiq 2020-2025, la Commissione è in continuo dialogo con gli Stati membri riguardo all’attuazione delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea” e ‘ciò comprende anche l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere’ i figli ‘di genitori dello stesso sesso, ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’Ue“, ha commentato il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders. C’è però chi si ribella.
Figli di coppie gay Padova: cosa ha deciso il sindaco
Il comune di Padova continuerà regolarmente ad iscrivere all’anagrafe la madre non biologica dei bambini nati da coppie omogenitoriali. Ed è lo stesso sindaco Sergio Giordani a farlo sapere: “Intendo confermare le modalità e le procedure che fin dal 2017 sono state applicate da me e dal Comune di Padova, e come sempre fatto comunicando ogni atto alle Autorità competenti”, si legge nel comunicato stampa diffuso del primo cittadino. In seguito ad un incontro con il Prefetto, Raffaele Grassi ha detto: “Come sindaco ben lontano dal farne una questione ideologica o di parte, ho il dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini“.
Ha detto la sua in merito anche Mario Conte, sindaco di Treviso, attraverso una intervista all’Ansa: “Il ruolo dei sindaci è quello di dare risposte ai cittadini e fare sì che non ci verifichino situazioni di imbarazzo se non addirittura pregiudizievoli quando si tratta di fornire un documento ai bambini. Sono contrario alla maternità surrogata ma laddove in altri ordinamenti si verifichino condizioni ad essa riconducibili e ci si trovi poi ad affrontare la questione nel nostro Paese chi amministra deve avere tutti gli strumenti per tutelarli”.
Le proteste nelle varie città italiane
Dopo la manifestazione di Milano di qualche giorno fa anche Parma scende in Piazza, simbolicamente davanti al Comune, per protestare contro il provvedimento. Sabato 25 marzo 2023 alle ore 16:30 si terrà in piazza Garibaldi un sit-in organizzato dalle associazioni del centro antidiscriminazione Un Arcobaleno per Parma contro lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie gay.
“La Commissione – ha dichiarato Tiziana Beghin, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo – ricorda che ‘in linea con la strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025’ e in funzione del ‘continuo dialogo con gli Stati membri riguardo all’attuazione delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea’, è obbligatorio per gli Stati membri ‘riconoscere la filiazione di un minore con genitori dello stesso sesso ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’UE’. Sono parole chiare, inequivocabili, che non possono che andare nella direzione indicata dal Movimento 5 Stelle, nel rispetto dei diritti civili e del riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali“.
Sicuramente nei prossimi giorni arriveranno ulteriori appuntamenti di protesta nelle piazze italiane per cercare di cambiare la situazione: dal Governo arriverà un cambio di rotta da parte dei politici oppure verranno ignorati tutti i messaggi lanciati dal popolo italiano?