Ogni giorno il fenomeno delle borseggiatrici di Milano si arricchisce di nuovi particolari. A farne le spese anche un volto noto del mondo sportivo, la campionessa di ginnastica ritmica Marta Pagnini, che in esclusiva a TAG24 ha raccontato la sua esperienza. Un problema all’ordine del giorno per i dipendenti di Atm e per tutti colori che sono costretti a muoversi con i mezzi di trasporto.
Borseggiatrici di Milano, anche Marta Pagnini tra le vittime
Marta Pagnini, ex capitana della Squadra Nazionale di Ginnastica Ritmica ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016, bronzo all’Olimpiade di Londra 2012, conosce bene la situazione di paura che tanti milanesi stanno vivendo per le borseggiatrici in metropolitana. L’ex ginnasta, che oggi è giudice internazionale e membro del comitato esecutivo dell’European Gymnastics, lavora anche con il comitato organizzatore dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. Vive a Monza con il futuro marito e il piccolo Darian, ed è abituata ad affrontare la sfida dei treni regionali e della metropolitana milanese, ben più complicata delle gare in pedana. Qualche giorno fa, anche lei, ha dovuto fare i conti con le borseggiatrici senza perdere, per pura fortuna, niente di valore.
Il racconto di Marta Pagnini
“Purtroppo quello delle borseggiatrici nelle metropolitane di Milano è un fenomeno che conosco molto bene. Prendo i mezzi di trasporto, treno regionale e metropolitane tutti i giorni per andare a lavorare. Mi sento relativamente sicura perché si tratta di orari buoni, nel senso che quando mi muovo io nelle stazioni trovo quasi soltanto persone che vanno a lavorare, pochi turisti e passeggeri occasionali”.
Ma è proprio in situazioni così affollate che si rischia di più perché le borseggiatrici sfruttano gli orari di punta e i mezzi più affollati per agire. “Non mi sono accorta di niente – racconta l’ex ginnasta – c’era tantissima gente ed ho ricevuto delle spinte, sembravano dovute alla calca. Penso ci fosse più di una donna attorno a me e devono avermi aperto lo zaino in più volte perché quando me ne sono resa conto la cerniera era completamente tirata giù. Mi sono accorta di tutto alla fine della scala mobile e la borsa era completamente aperta. Inizialmente mi è preso il panico, ero convinta che mi avessero rubato il computer che invece avevo lasciato in ufficio. Diciamo che nella sfortuna sono stata fortunata perché all’interno hanno trovato solo il caricabatterie ed è l’unica cosa che hanno preso”.
Un problema complicato da risolvere, come raccontato in più occasioni, aggravato dall’impossibilità da parte delle forze dell’ordine di trattenere in stato di arresto le borseggiatrici dopo averle intercettate. “Loro sanno esattamente di non correre grossi rischi e per questo agiscono indisturbate. Penalmente – dice la Pagnini – sono tutelate, altrimenti tutto sarebbe diverso. Sono tutte donne incinte o neo mamme e per questo il fenomeno è dilagante. Sembra incredibile ma loro ne parlano con disinvoltura, come fosse il loro mestiere”.
Non poche, nelle ultime settimane, anche le polemiche in merito al fenomeno. Da una parte chi, come la consigliera regionale del Pd Monica Romano ritiene che determinati video ledano la privacy delle ladre, dall’altra chi invece lo ritiene un aiuto per tenersi alla larga dai furti. Di quest’ultima opinione anche l’ex ‘Farfalla’: “Per fortuna questa cosa sta diventando nota e devo ammettere che con tutti i video che girano online ormai tutti abbiamo un’attenzione in più. Addirittura molti passeggeri sono in grado di riconoscere quelle più “famose”, viste in rete in più occasioni. Per il resto preferisco non commentare quello che ha detto la Romano. Di fronte a una problematica così seria e importante non so come si possano fare delle affermazioni simili”.
L’organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026
“Questo è un fenomeno diffuso purtroppo nelle più grandi città, il problema non è solo di Milano. Ho fatto le Olimpiadi a Rio – racconta l’ex capitano della Nazionale – e vi assicuro che non è il posto più sicuro del mondo, ma questa non è una giustificazione. Dobbiamo occuparci del problema con urgenza ed è al momento uno dei temi principali su cui porre l’attenzione. Quello che vivremo sarà un evento sportivo enorme e dobbiamo essere pronti non solo ad accogliere gli atleti e le delegazioni, ma anche un numero enorme di turisti e tifosi che si muovono per seguire le Olimpiadi e che hanno il diritto di sentirsi al sicuro. L’Italia ha l’obbligo di lasciare un buon ricordo”.
Infine la Pagnini ha commentato la proposta lanciata dalla pagina MilanoBellaDaDio di una raccolta firme diretta alla Procura di Milano e alle Istituzioni, con l’obiettivo di far cambiare la legge attuale: “Sono assolutamente d’accordo, è un modo per farsi sentire. L’opinione pubblica conta e se le persone hanno questa necessità è giusto che vengano ascoltate”.