Un ramoscello di ulivo, per una riunione che rischia di essere un covo di rovi. La ritrovata concordia fra Roma e Bruxelles, fra Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen troverà davvero poco spazio nel corso del consiglio europeo di giovedì e venerdì.
Poco tempo per il tema migranti
Il tema migranti infatti non è presente fra i 3 temi principali che verranno discussi nella riunione: all’ordine del giorno infatti c’è, ovviamente, la questione Ucraina, seguita poi dal tema della competitività, del mercato unico e dell’economia. Terzo punto, il capitolo energetico. Palazzo Chigi deve sperare che i lavori procedano spediti, affinché sia dedicato tempo sufficiente per portare sul tavolo una questione che, secondo la lettera di invito del presidente del Consiglio Ue Charles Michel, sarà oggetto di “un breve resoconto in merito” presentato dalla stessa Ursula Von der Leyen e della presidenza di turno dell’Ue, stavolta svedese.
Pressing sulla Meloni, il Consiglio europeo e i migranti
Di certo, le tematiche urgenti sul tavolo del Consiglio sono diverse e la premier italiana nel corso della sua informativa in Parlamento ne è conscia. Tuttavia, il dossier migranti reclama una certa urgenza in Patria, mentre anche la revisione del patto di stabilità europeo promesso dalla Meloni stessa potrebbe quietare – anche solo momentaneamente – le pressanti richieste degli alleati di governo, vicepremier (quello leghista) in pressing.
Giorgia Meloni, il Consiglio europeo e la Nato
A proposito di pressing, anche la Nato non è da meno a livello internazionale, continuando a chiedere l’innalzamento dei budget destinati alla difesa per tutti i Paesi membri dell’alleanza atlantica. Per il nostro Paese significa il 2% del Prodotto interno lordo, target che Giorgia Meloni ha deciso fermamente di seguire, come lei stessa ha ribadito alla Camera:
“La libertà ha un prezzo se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo”.
Momento amaro per cercare una pace.