Le voci di un possibile ritorno in Italia per Antonio Conte si fanno sempre più vive. Dopo l’eliminazione dalla Champions League con il Tottenham, per mano del Milan, l’ipotesi di un addio a fine stagione è diventata sempre più concreta. Dalle parti di Londra c’è chi, addirittura, starebbe chiedendo l’esonero già adesso, viste le difficolta degli Spurs in campionato, con la qualificazione alla prossima Champions League che è sempre più in bilico. La volontà dell’allenatore di tornare dalla famiglia, rimasta in Italia, sta giocando un fattore non da poco, con le ipotesi di una nuova esperienza all’Inter o un approdo alla Roma, in caso di addio a Mourinho, che prendono sempre più forma.
Conte, possibile ritorno in Italia?
L’umore all’interno dello spogliatoio del Tottenham è crollato dopo il pareggio, lo scorso fine settimana, sul campo del Southampton e dove lo steso allenatore aveva accusato la squadra di egoismo e mancanza d’impegno. La società si è mossa subito, per accelerare per un divorzio che, comunque, sarebbe arrivato a fine stagione, ossia al termine naturale del contratto. Molti giocatori, inoltre, sono sicuri che al rientro dalla sosta per le nazionali, il loro manager sarà un altro, con il Sun che ha titolato “È iniziato il conto alla rovescia”.
A spingere per un suo ritorno in Italia, però, è anche il Decreto Crescita, creato per riportare in Italia tutte quelle persone che hanno lasciato il bel Paese in cerca di lavoro. La norma, modificata nel 2019 per inserire all’interno anche gli sportivi professionisti, prevede vantaggi fiscali per chi sposta la propria residenza in Italia, con i redditi prodotti in Italia che vengono pesati solo al 50% in termini fiscali.
Sono tre le condizioni di accesso al regime per i lavoratori “impatriati”:
- l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia;
- l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza;
- lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.
Nella norma, inoltre, non si fa riferimento all’impossibilità di riusare lo sgravo fiscale una seconda volta. Per rientrare nei termini prestabiliti, infatti, bisogna essere residenti all’estero, ossia basta trascorrere e produrre reddito per 183 giorni al di fuori dell’Italia nel corso di un anno solare. In questo senso, Conte è approdato al Tottenham nel novembre 2021, anno nel quale la residenza era ancora in Italia. Nel 2022, invece, lo è stato in Inghilterra e per far si che lo sia anche nel 2023, rientrando quindi nei “due periodi di imposta”, non dovrà spostare la sua residenza in Italia prima del 30 giugno 2023.