Le apnee notturne sono pericolose? Sembra proprio di sì, tant’è che potrebbero essere riconosciute come malattia cronica e invalidante. Lo prevede la proposta di legge numero 765 “Disposizioni in materia di riconoscimento dell’apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante”, che vede come prima firmataria l’onorevole Carolina Varchi, capogruppo di Fdi in Commissione Giustizia della Camera.
Oltre al riconoscimento dell’apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante, la proposta di legge propone anche l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’istituzione di un Registro nazionale, la tutela dei lavoratori affetti, la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione ed un finanziamento pari a 30 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023 per tre anni.
“L’assegnazione di uno specifico codice ai fini dell’esenzione dalla spesa sanitaria, l’istituzione di centri specializzati OSA, l’erogazione di dispositivi terapeutici e la tutela dei lavoratori attraverso il lavoro agile per le forme più gravi sono soltanto alcuni dei principi contenuti nel provvedimento.
Attraverso questo provvedimento – ha detto la deputata Carolina Varchi nel corso della conferenza stampa odierna – vogliamo quindi tutelare i cittadini affetti da questa patologia, che spesso viene sottovalutata e che, se trascurata, può causare l’insorgenza di patologie ben più gravi”.
Perché le apnee notturne sono pericolose
Perché le apnee notturne sono pericolose? La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, OSAS), ovvero le interruzioni momentanee di respiro durante il sonno, rappresentano un serio disturbo respiratorio che costituisce un fattore di rischio rilevante per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche.
Chi ne soffre presenta infatti un rischio maggiore di sviluppare ipertensione, infarto, ictus, obesità e diabete. Inoltre, questa patologia genera anche un senso di continuo affaticamento e un’importante sonnolenza diurna, che sottopone chi ne soffre anche a un maggior rischio di incidenti stradali o sul lavoro.
Tuttavia, come ha dichiarato in conferenza stampa il professor Luigi Ferini Strambi, neurologo e primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano “Recenti lavori scientifici evidenziano che il 35% dei pazienti con apnee morfeiche ostruttive lamenta non sonnolenza diurna, bensì insonnia: in particolare, si tratta soprattutto di un disturbo di mantenimento del sonno (frequenti risvegli), piuttosto che una difficoltà di addormentamento. Occorre rilevare che l’eccessiva sonnolenza diurna, legata ai microrisvegli necessari per riprendere a respirare normalmente, porta ad una riduzione dell’attenzione e della memoria. La diminuzione intermittente di ossigeno può invece creare, oltre ai noti problemi cardiocircolatori, deficit a livello delle funzioni esecutive: sono queste le capacità cognitive coinvolte nella pianificazione, organizzazione e regolamentazione dei comportamenti”.
Apnee notturne sintomi
Abbiamo visto che le apnee notturne sono pericolose ed è quindi quanto mai importante conoscerne i sintomi, che possono essere notturni e diurni. Tra quelli notturni ci sono russamento, pause respiratorie, senso di soffocamento durante il sonno, frequenti risvegli e sudorazione notturna. I sintomi diurni sono invece stanchezza al risveglio, scarsa concentrazione con deficit di memoria, mal di testa al mattino, disturbi dell’umore ed eccessiva sudorazione diurna.
Apnee notturne rimedi
Le apnee notturne sono pericolose: è estremamente importante riconoscerle e trattarle. Purtroppo la diagnosi non è semplice, sia per la scarsa consapevolezza di questa patologia, ma anche per la limitata diffusione degli screening di routine e il ridotto numero di centri del sonno.
La diagnosi viene infatti fatta attraverso la polisonnografia notturna, un’indagine che, mentre l’individuo dorme, registra il flusso d’aria nelle vie aeree, gli sforzi respiratori toracoaddominali, la saturazione arteriosa dell’ossigeno, la frequenza cardiaca, la posizione corporea, il russamento, i potenziali elettrici del cervello e del cuore, i movimenti degli occhi e l’attività muscolare del corpo.
Non è semplice nemmeno il trattamento, perché non esistono terapie farmacologie approvate. Generalmente vengono utilizzati dispositivi per ridurre l’ostruzione, come ad esempio i cerotti nasali, oppure maschere respiratorie e altri strumenti per il supporto ventilatorio.