Potrà beneficiare di uno sconto di pena di 41 giorni grazie al decreto “Svuota carceri”, Michele Misseri, il 68enne di Avetrana condannato in via definitiva a 8 anni di reclusione per essersi occupato della soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi, uccisa dalla moglie e dalla figlia nel 2010. L’uomo dovrebbe quindi uscire dal carcere di Lecce, dove è attualmente detenuto, nella primavera del 2024.
Omicidio Scazzi ultime notizie: sconto di pena per Michele Misseri
A riportare la notizia dell’approvazione di uno sconto di pena nei confronti di Michele Misseri è la Gazzetta del Mezzogiorno. L’uomo, 68enne di Avetrana, contadino di professione, è stato condannato in via definitiva a 8 anni di reclusione per essersi occupato della distruzione del cadavere della nipote Sarah Scazzi, uccisa nell’agosto del 2010. Per la sua morte stanno scontando l’ergastolo la figlia, Sabrina Misseri, e la moglie, Cosima Serrano, cugina e zia della vittima. Secondo quanto riportato ora da fonti locali, l’uomo, in virtù del decreto “Svuota carceri”, potrà uscire dalla struttura penitenziaria di Lecce, dove è detenuto, nella primavera del 2024, 41 giorni prima del termine previsto dalla sentenza di condanna. Il ricorso presentato dal suo legale sarebbe infatti stato accettato, lo scorso 22 febbraio. Due le motivazioni alla base del provvedimento: da un lato il decreto approvato negli scorsi anni con l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento carcerario in Italia; dall’altro, le precarie condizioni di vivibilità del carcere del capoluogo salentino, in cui Michele Misseri, secondo gli avvocati che lo difendono, vivrebbe all’interno di una cella in cui, ciascun detenuto, non avrebbe a disposizione neanche 3 metri quadrati di spazio, una doccia e dell’acqua calda.
La ricostruzione dell’omicidio e le condanne
Sarah Scazzi ha quindici anni ed è in procinto di iniziare il secondo anno dell’istituto alberghiero di Avetrana quando, il 26 agosto del 2010, scompare nel nulla. A denunciarne la scomparsa è la madre: sua figlia, racconta la donna, è uscita di casa intorno alle 14.30 per raggiungere l’abitazione della cugina, Sabrina Misseri, distante poche centinaia di metri. Insieme a lei e a un’amica avrebbe dovuto trascorrere una giornata al mare. Ma, da quel momento, aveva fatto perdere le sue tracce. Partono le indagini. Gli inquirenti si concentrano sulla vita privata di Sarah, sospettando che possa essersi allontanata in compagnia di qualche ragazzo più grande, forse alla ricerca di un po’ di visibilità.
I suoi familiari, ospitati dalle principali trasmissioni televisive italiane, lanciano degli appelli alla ragazza, chiedendole di tornare a casa. Ma qualcosa non quadra. Il sospetto diventa evidente quando, a settembre, suo zio, Michele Misseri, racconta di aver rinvenuto il telefono cellulare della ragazza in un campo poco distante dalla sua abitazione, semibruciato. Gli inquirenti iniziano a chiedersi se la famiglia dell’uomo – in cui Sarah, a dire dei suoi membri, era stata accolta come “una terza figlia” – non possa essere coinvolta nella sparizione. A ottobre Misseri confessa di aver ucciso la nipote dopo un tentativo di stupro e di aver nascosto il cadavere all’interno di una cisterna nelle campagne di Avetrana. Il corpo viene effettivamente ritrovato, ma qualcosa, nelle dichiarazioni dell’uomo, non convince.
Si fa sempre più chiara, infatti, la partecipazione al delitto di Sabrina Misseri. Il movente sarebbe la gelosia provata dalla donna nei confronti della cugina per le attenzioni ricevute da quest’ultima da un certo Ivano, di cui lei sarebbe stata innamorata, temendo anche dei possibili pettegolezzi sul suo conto. Michele Misseri, nel frattempo, cambia continuamente le sue versioni: è chiaro, alla fine, che voglia difendere la figlia e la moglie. Le indagini dimostreranno la loro colpevolezza, portando alla condanna di Sabrina e Cosima con l’accusa di omicidio volontario e concorso in omicidio.
Talvolta la gelosia puo’ portare una persona a stringere il collo di una persona. Ma in quel momento e’ come se la persona si assenta dalla realta’. La gelosia puo’ essere pericolosa proprio per questo motivo. La persona che ha ucciso la povera Sara e’ possibile che si trovasse in un momento irreale, in trans. Una volta resosi conto dell’immobilita’ della ragazza il panico ha preso il sopravvento e come si sa, una persona colta del panico non puo’ agire con razionalita’. Tutte le vicissitudini di quel delitto sono la prova del panico che li aveva avvolti. Un vero peccato. Una brava ragazza non dovrebbe perdere la vita in quel modo, non ha senso. Peccato. RIP.