Giorgia Meloni si trova in Aula alla Camera, dove ha avuto inizio il dibattito sulle comunicazioni in vista dell’imminente Consiglio Ue. Come sottolineato da Carlo Calenda su Twitter, fa rumore l’assenza della Lega dal banco del governo: la mancanza di esponenti leghisti in Aula porta il leader di Azione a credere che l’esecutivo sia “già in crisi”.
Seduta accanto al ministro Raffaele Fitto e al vicepremier Antonio Tajani, la premier ha parlato al termine del dibattito: dopo la sua replica si terranno le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni che verranno presentate da maggioranza e opposizioni. Ieri, in Senato, la presidente del Consiglio era tornata sulla questione migranti, rivendicando “il diritto di ogni essere umano a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore”, prima ancora “di ogni ipotetico diritto a emigrare”: un aspetto “che Europa e Occidente in questi anni hanno colpevolmente trascurato“.
Domani Meloni sarà a Bruxelles, in occasione del Consiglio europeo in programma giovedì 23 e venerdì 24 marzo, il terzo dal giuramento del governo. Si parlerà della crisi ucraina, della questione energetica e proprio dei migranti.
Meloni alla Camera, la premier: “Da opposizione sentito molte falsità. Questo governo è quello che è riuscito a salvare più persone in mare dal 2013”
Al termine del dibattito giunge il momento del discorso della premier, la quale ha sottolineato di aver “già offerto il punto di vista del governo” sulle questioni in oggetto.
Ho sentito una grande quantità di cose false in questo dibattito. La considero una buona notizia: quando si ha bisogno di dire cose che non sono vere, evidentemente non si ha molto da dire.
Il tema dell’immigrazione è stato attenzionato in ben due interventi dell’opposizione: all’indomani della disgrazia ho chiamato la presidente della Commissione von der Leyen.
Nonostante il governo abbia raccontato quanto accaduto a Cutro minuto per minuto, si continua a voler dire che il governo non avrebbe salvato queste persone perché non aveva la volontà di salvare queste persone. Si continua a insinuare questo dubbio senza avere elementi. In uno Stato di diritto non si stabilisce a monte un colpevole quanto le prove non ci sono.
Dall’inizio del mio mandato l’Italia ha salvato più di 36mila persone in mare. Siamo stati lasciati da soli in questo lavoro. Gli uomini e le donne delle forze dell’ordine stanno facendo sacrifici enormi: è una mancanza di rispetto anche verso di loro.
La premier ha poi snocciolato alcuni dati sui migranti salvati al largo delle coste italiane, parlando di “calunnia contro lo Stato” da parte di chi dice “che lasciamo morire bambini morire nel Mediterraneo”.
Dal 2013 al 2023, secondo i dati, nel Mediterraneo sono morte più di 25mila persone. Guardando la percentuale di quante persone non si è riusciti a salvare in relazione agli sbarcati, i dati di questo governo sono i più bassi. Questo governo è quello che è riuscito a salvare più persone, smontando una certa propagando. La commissaria Ue agli affari interni ha detto che la guardia costiera italiana ha salvato le vite di 1300 persone. Ci hanno detto che stiamo facendo un buon lavoro. Almeno lei ha rispetto nei confronti della nostra guardia costiera.
“Fermare le partenze illegali” resta l’unica soluzione: al “piano articolato” proposto dal governo, Meloni non vede “alternative concrete”.
Quando c’erano altri al governo il decreto flussi è stato azzerato: in Italia non era possibile entrare legalmente, la selezione all’ingresso la facevano gli scafisti. Credo sia molto più serio dare prospettive, infatti noi abbiamo portato il decreto flussi ad un decreto triennale.
Fermare l’immigrazione illegale è possibile tramite la cooperazione con gli Paesi africani. Stiamo facendo un lavoro diplomatico, di cooperazione, che possa lasciare il più possibile in Africa. Non possiamo accettare che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa: governare i movimenti primari aiuta a monitorare i movimenti secondari.
Meloni sul transizione verde ed emergenza siccità: “Io non ho prosciugato l’Adige, non sono Mosè”
Rispondendo all’onorevole Bonelli, che le aveva mostrato delle pietre raccolte dall’Adige in secca, Meloni sottolinea come problemi come l’Adige “che si prosciuga” siano da imputare ai precedenti governi.
Non ho prosciugato io l’Adige in pochi mesi, non sono Mosè. Siamo d’accordo sul fatto che c’è un problema, un problema che va affrontato. Siamo d’accordo con gli obiettivi che l’Europa si dà sulla transizione verde. Quello su cui non siamo d’accordo è se l’Europa debba dirci quali sono le tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi. La sfida per l’Italia deve essere stabilire una diversificazione tecnologica che non devasti il nostro sistema produttivo. Sul tema delle auto io penso che l’Italia possa caricarsi della sfida sui biocarburanti perché noi siamo un’avanguardia.