Tra gli aiuti che il Regno Unito manderà all’Ucraina ci sono anche i proiettili perforanti all’uranio impoverito. Ad annunciarlo è stata Annabel Goldie, viceministra della Difesa nel governo di Rishi Sunak. Sale così la tensione e la preoccupazione per le possibili conseguenze del conflitto tra Ucraina e Russia.
Una decisione che, infatti, ha suscitato diverse polemiche dal momento che si tratta di armamenti con effetti radioattivi e a persistenza ambientale e che questi non rientrano nelle categorie di armi convenzionali, ma piuttosto vengono collocati in una zona grigia. Non esiste un trattato o una legge internazionale che vieti l’utilizzo di proiettili e armi all’uranio impoverito ma allo stesso tempo c’è chi ritiene che il loro utilizzo possa essere considerato un crimine di guerra. Ecco cosa sono i proiettili all’uranio impoverito e perché sono molto pericolosi per la nostra salute.
Uranio impoverito cos’è?
L’uranio impoverito è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio, si tratta di una rimanenza che viene utilizzata sia in ambito civile che militare dal momento che ha costi molto bassi ed è facilmente reperibile. Nello specifico parliamo di un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio depleto che viene utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e come principale elemento detonante nelle armi nucleari.
In campo militare viene utilizzato per lo più per le munizioni anticarro e nelle corazzature perché dopo un trattamento ad hoc l’uranio impoverito ha la capacità di diventare duro e resistente come l’acciaio e risulta quindi molto efficace se utilizzato come rivestimento protettivo.
Quali sono gli effetti dell’uranio impoverito sulla salute
Sebbene la radioattività dell’uranio impoverito sia considerata di basso livello e, quindi, in qualche modo comparabile con quella del livello naturale di radiazione di fondo, la pericolosità di queste armi risiede altrove.
In particolare l’esposizione all’uranio impoverito può causare danni a reni, pancreas, stomaco, intestino e avviare processi cancerogeni e teratogeni all’interno del corpo. Il rischio maggiore si ha quando il materiale viene inalato o introdotto nell’organismo attraverso cibo e bevande e, come spiega l’istituto superiore di sanità, si è a rischio tossicità anche in caso di contatto con la sostanza per via di ferite.
Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia come siano stati riscontrati numerosi casi di cancro fra i militari italiani impegnati in missioni di pace in Bosnia e Kosovo. Se l’uranio è inalato, ingerito o incorporato (schegge di proiettili) – spiega l’Iss – provoca una contaminazione interna. L’uranio è classificato, sia per valutarne gli effetti tossici che quelli radiologici, in funzione della solubilità dei composti che forma. Da questo punto di vista i composti sono suddivisi nelle seguenti tre classi:
• tipo F (fast absorption), per i quali il 100% dell’inalato raggiunge i fluidi corporei, con un tempo di dimezzamento biologico, T1/2, pari a 10 min;
• tipo M (moderate absorption), per i quali il 90% dell’inalato raggiunge i fluidi corporei con T1/2 pari a 140 giorni, mentre il restante 10% si comporta come il tipo F;
• tipo S (slow absorption), per i quali il 99,9% dell’inalato raggiunge i fluidi corporei con T1/2 pari a 7 000 giorni (~ 20 anni), mentre il restante 0,1% si comporta come il tipo F.
I composti di tipo F sono quelli che hanno un maggiore effetto tossico e gli organi più colpiti (organi bersaglio) sono i reni e il fegato. I composti di tipo S hanno invece un maggiore effetto radiologico; in questo caso gli organi bersaglio sono i polmoni e i linfonodi.
Quando e dove è stato utilizzato?
Il primo utilizzo a livello militare risale alla prima guerra del Golfo, dove è stato utilizzato dall’esercito statunitense. Poi, l’uranio impoverito è stato utilizzato in Iraq, Afghanistan e nei Balcani dove ha causato una lunga serie di malattie legate per lo più a forme di cancro anche nei militari italiani.
Al momento ancora non c’è un consenso unanime della comunità scientifica per riconoscere la tossicità dell’uranio impoverito, ma nel corso degli anni si sono osservati numeri di soldati che di ritorno dai conflitti dove erano stati utilizzati proiettili o armi con uranio impoverito manifestavano malattie misteriose, come ricorda il Quotidiano Nazione.
Uno studio scientifico, pubblicato nel 2013 su The Lancet, ha anche segnalato un aumento delle nascite con malformazioni a seguito delle guerre del 1991 e del 2003.