Donald Trump è in Florida, in attesa dell’arresto da lui stesso annunciato via social nel weekend, da parte delle autorità di Manhattan, mentre New York si prepara alle possibili proteste dei sostenitori dell’ex presidente.

Trump, l’ora della verità: l’ex presidente rischia l’arresto

Barricate erette intorno al tribunale di Manhattan: New York City si prepara a un possibile arresto di Donald Trump per un presunto pagamento in denaro alla pornostar Stormy Daniels durante la sua campagna elettorale del 2016.

È stato infatti convocata per mercoledì la nuova riunione del grand jury che sta valutando le accuse mosse contro all’ex presidente nell’ambito dell’inchiesta dei 130mila dollari pagati alla Daniels per il silenzio sulla relazione avuta con il tycoon.

Ma non solo New York si blinda, con polizia, transenne e telecamere davanti al tribunale e alla Trump Tower. Lo fanno anche altre grandi città americane, dalla capitale (dove è attesa una dichiarazione di emergenza della polizia del Congresso) a Los Angeles, per il timore di proteste accresciuto dall’impennata di minacce online.

A tutti gli agenti della polizia cittadina della Grande Mela è stato chiesto di farsi trovare preparati in uniforme e pronti all’azione, per poter intervenire in maniera tempestiva in caso di disordini. Il sindaco, Eric Adams, ha detto di essere “fiducioso” nel fatto che la città sia pronta a ogni protesta collegata alla decisione della Corte che arriverà nelle prossime ore.

Lunedì nell’ufficio del procuratore Alvin Bragg, dove siede il grand jury che sta indagando sulla vicenda, è stato ascoltato Robert Costello, un avvocato con stretti legami con l’entourage di Trump e già difensore di Steve Bannon e Rudolph Giuliani. Costello, secondo le indiscrezioni, avrebbe messo in discussione la credibilità dell’ex legale di Trump, Michael Cohen, passato da braccio destro dell’ex presidente a suo grande accusatore.

Dopo l’appello di venerdì scorso a manifestare e “a riprendersi il Paese” che ‘The Donald’ ha rivolto ai suoi sostenitori, alcune decine di supporter si sono radunati davanti alla residenza di Trump in Florida, a Mar-a-Lago, con cartelli e striscioni. La memoria va all’assalto da parte di migliaia di persone al Congresso americano a Washington, il 6 gennaio 2021.