Andrea Rossi, deputato del Partito Democratico, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Già sindaco di Casalgrande e Sottosegretario della Regione Emilia-Romagna, Andrea Rossi è stato convinto sostenitore di Stefano Bonaccini alle primarie, diventando uno dei rappresentanti più vicini alla mozione del governatore emiliano-romagnolo. Per noi è intervenuto sul tema più in voga in queste ore dalle parti di via del Nazzareno: la nomina dei capigruppo di Camera dei deputati e Senato. Il suo commento:

“Penso che, come è giusto che sia, debba arrivare una proposta dalla Segreteria. Appartiene a lei la responsabilità di individuare una strada. Auspicando che nella sua indicazione ci sia l’attenzione a tenere insieme le diverse sensibilità e coinvolgendo, nei nomi che si andranno ad individuare, i vari parlamentari che secondo il principio di autonomia dei gruppi dovrebbero indicare i capigruppo”.

Nuovi capigruppo Pd, il commento di Andrea Rossi

Pensa che la Segretaria possa proporre due nomi vicini alla sua mozione?

“Non so che proposta farà, ma ognuna sarà legittima. Penso che, visto che è una persona politicamente intelligente, farà una proposta capace di tenere insieme sia la pluralità del partito che il giudizio di deputati e senatori”.

Ma se fosse così, questo creerebbe un problema?

“Non accetteremo qualsiasi tipo di proposta. Tuttavia, rimango convinto che arriverà una proposta espressione della pluralità del Partito Democratico”.

Per l’area di Bonaccini una conferma di Debora Serracchiani alla Camera sarebbe l’ipotesi ideale?

“Non parlo di nomi. Dico che Debora ha fatto un ottimo lavoro organizzando il gruppo con intelligenza politica e con professionalità. Come lei tante altre figure sarebbero all’altezza. Ad oggi, però, farne una questione di nomi sarebbe sbagliato”.

Unitario ed attento alla vita: verso il nuovo Pd

Si parla molto di “gestione unitaria”. Pensa che questa linea congiunta portata avanti da Bonaccini e Schlein sia la via corretta per rilanciare il Partito Democratico?

“Penso che il combinato disposto tra i risultati dei congressi e quello delle primarie, che ha evidenziato un Pd abbastanza ripartito, abbia creato le condizioni per procedere in via unitaria. Chiaro che questo va fatto su proposte di chi è alla guida della Segretaria, quindi Elly Schlein”.

Quali sono gli aspetti da cui ripartire per un nuovo Partito Democratico?

“Dobbiamo ricostruire un rapporto sentimentale con il paese e dobbiamo farlo partendo da 2-3 questioni fondamentali”.

Quali?

“Il Partito Democratico deve diventare il partito dei beni comuni legati alla qualità della nostra vita. La vita va tutelata investendo nella sanità pubblica e tutelando l’ambiente. Per vivere bisogna avere cura della salute delle persone e dell’ambiente”.

Poi c’è il salario minimo?

“Senz’altro. Ma non solo salario minimo, c’è anche un tema di qualità del lavoro. Quindi come andare incontro, in termini economici, ai cosiddetti lavoratori poveri. C’è un tema di disparità sociale che va preso sul serio. Poi penso che non possa esserci lavoro senza impresa quindi, in termini di sviluppo, bisogna sostenere il mondo dell’impresa sana, quella capace di produrre lavoro di qualità”.

La proposta di legge è stata già depositata in Commissione?

“Sì. Come già nel 2018. Il tema va discusso con le categorie datoriali e sindacali. Per andare fino in fondo è necessaria una riflessione più ampia”.