Oggi, martedì 21 marzo, è il giorno in cui dovrebbe avvenire il presunto arresto di Donald Trump: secondo quanto denunciato la scorsa settimana dal tycoon, infatti, le forze dell’ordine statunitensi dovrebbero procedere in giornata al suo arresto per le conseguenze del caso Stormy Daniels. A proposito del caso mediatico che sta tenendo banco negli Usa, il sindaco di New York Eric Adams si dice “fiducioso” sulla gestione, da parte delle forze dell’ordine, di eventuali proteste dei sostenitori di Trump in vista di una sua possibile incriminazione.

Stiamo monitorando i commenti sui social media, la Nypd sta svolgendo il suo normale ruolo nel garantire che non vi siano azioni inappropriate in città.

Nel suo annuncio rivolto ai propri seguaci, Trump li aveva invitati a manifestare in vista del suo possibile arresto. Adams, ex poliziotto di orientamento democratico, sottolinea anche di aver letto “molte notizie” sulla vicenda dell’ex presidente Usa, ma di non averne mai discusso direttamente con il procuratore distrettuale di Manhattan, titolare dell’inchiesta.

Arresto Donald Trump, grande attenzione sull’ordine pubblico: blindato il tribunale di New York

In caso di notifica dell’incriminazione, Trump sarebbe convocato nel tribunale di Manhattan: proprio qui si temono disordini e problemi di sicurezza. Per questo motivo sono al lavoro la polizia newyorkese e il Secret Service, corpo speciale che si occupa della protezione di presidenti ed ex presidenti: allo studio un rafforzamento della sicurezza del tribunale, oltre alle modalità con cui Trump dovrebbe presentarsi nell’edificio per le procedure di rito.

Secondo il dipartimento di Sicurezza Interna, “estremisti violenti interni” potrebbero mettere in piedi “un’eventuale azione penale contro un ex presidente americano”, con azioni volte a “manifestare in modo violento contro obiettivi del governo ed esponenti politici”.

Una possibilità fomentata dalle stesse parole dell’ex inquilino della Casa Bianca sui social, che non hanno fatto altro che “aumentare la retorica violenta online e le minacce contro governo e forze dell’ordine considerate parte della persecuzione politica dell’ex presidente”. Negli occhi delle autorità ci sono ancora le immagini del 6 gennaio 2021, quando migliaia di persone presero d’assalto il Congresso proprio su invito di Trump.

Oltre alle forze dell’ordine e al dipartimento di Sicurezza Interna, anche l’Fbi ha diffuso messaggi di allerta riguardo “alla possibile incriminazione dell’ex presidente Trump che, secondo fonti aperte, potrebbe avvenire nelle prossime settimane“.

Caso Stormy Daniels, cosa rischia l’ex presidente americano

Il tycoon attende il suo destino nella sua casa in Florida: qualora venisse davvero incriminato si tratterebbe della prima accusa penale della storia a carico di un ex presidente americano. Le accuse a suo carico provengono da Stormy Daniels, attrice pornografica e regista: a suo dire, Trump avrebbe cercato di comprare il suo silenzio con una somma da ben 130mila dollari prima delle elezioni presidenziali del 2016. Dopo la candidatura di Trump, Stormy Daniels avrebbe infatti cercato di vendere ai tabloid la storia di una loro presunta relazione.

Il magnate ha subito proclamato la sua innocenza, annunciando la sua volontà di proseguire la sua campagna per una nuova candidatura repubblicana in vista delle elezioni del 2024. Trump non si fermerebbe neanche in caso di rinvio a giudizio: anche la Costituzione americana glielo permetterebbe, non prevedendo alcuna preclusione per i cittadini incriminati.