Codice della strada aggiornato. In queste ore si è tenuto il #FORUMAutomotive a Milano dove è intervenuto in prima persona il viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Galeazzo Bignami che ha fatto riferimento all’uso insolito dei monopattini su strada. Infatti, sono sempre di più coloro che preferiscono spostarsi grazie ad essi, mettendo da parte la macchina o altri mezzi. Utilizzarli, però, è pericoloso per una serie di motivi che andremo ad elencare di seguito.
Codice della strada aggiornato, novità per i monopattini
L’uso del monopattino elettrico è ormai frequente in città visti i tanti vantaggi come la riduzione dell’inquinamento, si tratta di un mezzo silenzioso, la comodità per parcheggiarlo e per spostarsi da un posto all’altro. La sicurezza, però, resta il principale problema soprattutto in tante città italiane che, non hanno ancora una rete di piste ciclabili adeguate ed hanno molte strade dissestate.
Un’altra problematica da non sottovalutare riguarda il casco. La maggior parte delle persone che si spostano con il monopattino non usano nessun tipo di protezione e molti si ritrovano a viaggiare a fianco delle auto, senza casco, a 25 chilometri orari, a volte anche 30-35 in discesa. Si tratta di un fattore molto rischioso.
E’ per questo motivo che durante il #FORUMAutomotive a Milano, il viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Galeazzo Bignami ha ritenuto necessario affrontare tale argomento spiegando che probabilmente arriveranno delle novità per quanto riguarda l’uso dei monopattini in città. L’utilizzo del casco potrebbe essere una delle modifiche per il codice della strada.
Le parole di Galeazzo Bignami
“Per questo Governo è necessario mettere su strada veicoli in condizioni di piena sicurezza. Discorso che vale anche per la micromobilità: per utilizzare un monopattino, in proprietà o in sharing, sarà presto necessario per legge dotarsi di un casco di protezione”, così è iniziato il discorso di Galeazzo Bignami durante l’evento #FORUMAutomotive.
“lo Stato non può rimanere inerme – ha spiegato – In Italia sono sufficienti 10 ore di guida per conseguire la patente. Dovremo portarle almeno a 12 avendo presente che la media europea è di 20. È inoltre fondamentale prevedere l’inserimento di test sul pericolo percepito. Molti giovani non hanno la reale idea di cosa possa accadere non rispettando un semaforo rosso o contravvenendo a elementari quanto fondamentali regole per la circolazione. Altri non sono in grado di guidare indifferente auto con cambio manuale e automatico, sempre più diffuso”.
Poi ha ribadito che è importante comprendere i motivi che generano gli incidenti. “Molti giovani, ad esempio, utilizzano lo smartphone mentre guidano, abbassando la soglia di attenzione e rendendosi più esposti a incidenti – ha affermato, per poi introdurre l’argomento della scatola nera sui veicoli – Non c’è un centro di elaborazione nazionale dei dati, bisognerà istituirlo”.
Facendo riferimento alla micromobilità ha rivelato di dover prendere contatti con le imprese che si occupano dello sharing. “Lo stato ha il dovere di far utilizzare i mezzi in piena sicurezza. Ed è quindi necessario che chi mette a disposizione i monopattini, renda disponibili anche il casco e i dispositivi di protezione personale”.
Il viceministro ha raccontato di una sua esperienza personale, sottolineando l’importanza della sicurezza stradale e di quanto sia fondamentale aggiornare il codice della strada affinché non si verifichino più tragedie: “Ho vissuto in casa la perdita di una persona cara in giovane età per un incidente – ha rivelato – e la mia famiglia ne è uscita spezzata. È un dolore che non si rimargina. Voglio evitare – conclude – che questa drammatica esperienza tocchi anche ad altri”.
Il numero di incidenti in Italia
Nonostante corsi di formazione, manifestazioni ed eventi volti a sensibilizzare il cittadino affinché segua le regole del codice della strada, il numero di incidenti stradali diventa sempre più alto. Basti pensare che solo nei primi due mesi del 2023, un pedone ogni 16 ore è morto a causa di un incidente stradale derivante da disattenzione alla guida, uso del cellulare al volante e il mancato soccorso.
l dati di febbraio registrano 36 deceduti: 4 di questi erano minorenni, mentre 49 persone su 87 con età compresa tra i 18 ed i 64 anni, 34 oltre i 65 anni e una 95enne. La regione più a rischio per i pedoni è il Lazio con 19 decessi, 12 dei quali solo a Roma, a seguire la Lombardia con 10 decessi e e l’Emilia Romagna con 9.