La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 24 e del 25 marzo. La Premier conferma la linea italiana: il sostegno all’Ucraina sarà assicurato “in ogni ambito fino a quando sarà necessario, senza calcolare ogni tipo di impatto sul consenso perché è giusto farlo, anche sul piano dei valori”. La Presidente del Consiglio attacca poi chi diffonde menzogne: “l’Italia sta inviando all’Ucraina materiale e componenti già in suo possesso, non sta spendendo soldi”. Se la maggioranza è compatta, lo è però meno l’opposizione: per Conte il voto sull’invio delle armi è l’occasione per smascherare l’ipocrisia della Schlein sul tema e intestarsi la battaglia contro il riarmo dell’Ucraina.
Armi all’Ucraina: Conte e i 5S si smarcano dal Pd
Per le opposizioni la giornata di oggi e quella di domani sono cruciali per ribadire il proprio posizionamento in politica estera. Il riferimento, in particolare, è al discusso invio di armi all’Ucraina. Fino ad oggi la linea della nuova segretaria del Partito democratico Elly Schlein è stata ampiamente criticata sia dai 5s che dal Terzo Polo. Entrambe le formazioni, infatti, accusano la Schlein di ambiguità. Sin dalla campagna per le primarie, la segretaria ha più volte ribadito il suo appello alla pace sottolineando la necessità di un’azione europea che favorisca i tavoli diplomatici. Allo stesso tempo, però, la Schlein non ha mai chiarito pienamente la sua linea sull’invio delle armi. La verità è che la segretaria dem non può sconfessare la linea tenuta fino ad oggi dal Pd sulla solidarietà a Zelensky e all’Ucraina. La conseguenza di un cambio di rotta sarebbe una pesante e forse non sanabile spaccatura interna al partito. Nonostante le ambiguità, quindi, la Schlein guiderà il Pd verso la conferma del sì all’invio di armi. Ed è su questo voto che i 5S la aspettano: Giuseppe Conte vuole infatti dimostrare che il suo partito è l’unico pienamente titolare e rappresentativo della mozione pacifista italiana.
Per Conte, il no del Pd alla mozione targata 5s sullo stop all’invio delle armi è la mossa fondamentale per smascherare l’ipocrisia dei democratici e, soprattutto, per smarcarsi da un abbraccio a dir poco mortale per il Movimento che dall’avvento della Schlein ha perso alcuni punti nei sondaggi. I temi della nuova segretaria dem sono, infatti, pericolosamente vicini a quelli fatti propri storicamente dai 5S. Non a caso, Conte non ha particolarmente apprezzato il tema scelto dalla Schlein per il suo primo faccia a faccia con la Premier Meloni. La segretaria Pd ha infatti inaugurato il suo ruolo di segretaria intestandosi la battaglia sul salario minimo, tema la cui paternità è stata presto rivendicata da Conte.
L’avanzata della Schlein contende ai Cinque Stelle una buona fetta del bacino elettorale a sinistra. Ecco perché il voto sulle armi all’Ucraina può così essere il primo passo per un distinguo che restituisca a Giuseppe Conte visibilità e leadership nel fronte progressista.