Un fenomeno ormai noto, quello delle borseggiatrici di Milano, che nell’ultimo periodo è diventato di interesse nazionale anche grazie ai servizi di Valerio Staffelli a Strisicia la Notizia. Il problema legato alla sicurezza dei mezzi di trasporto Atm preoccupa e i pendolari, costretti quotidianamente ad usufruire del servizio di metropolitana non ne possono più. L’argomento, di cui si discute costantemente sia dal punto di vista mediatico che politico, ha smosso l’opinione pubblica e non sono mancate accese polemiche in merito alla situazione del capoluogo lombardo.

Borseggiatrici a Milano, le criticità legate all’articolo 146 del codice penale

Le ormai celebri borseggiatrici di Milano sono una piaga per cittadini e turisti. Operano indisturbate da anni e il loro arresto non è assolutamente facile a causa dalla legge. Nel dettaglio si tratta dell’articolo 146 del codice penale che non consente “l’esecuzione della pena, che non sia pecuniaria, per donne incinte e madri di infanti di età inferiore a un anno”. Una circolare della Procura di Milano del 2016 aggiunge che il condannato verrà lasciato in stato di libertà in attesa che il magistrato valuti il da farsi” così da consentire alle ladre, una volta fermate, di tornare immediatamente in libertà e riprendere da dove avevano lasciato. A rendere ancor più difficile l’arresto anche l’introduzione della riforma Cartabia della giustizia. Per snellire il sistema giudiziario italiano infatti questa legge modifica la ragione per cui le autorità sono tenute a procedere contro alcuni reati, tra cui i furti, passando così da una procedura d’ufficio, che obbligava le forze dell’ordine a perseguire il reato sempre, ad una per querela, che richiede una denuncia.

Una situazione ormai ingestibile, di cui tutti sono a conoscenza ma su cui non si riesce, almeno nell’immediato ad intervenire. Le borseggiatrici, spesso sfacciate e dirette, “lavorano” sette giorni su sette e non fanno neanche troppo per nascondersi.  Un danno per la città intera, un pericolo per cittadini e turisti.

La raccolta firme per la modifica della legge

A provare a cambiare le cose ci pensa MilanoBellaDaDio, il blog nato nel 2019 che vanta ormai sulle cinque principali piattaforme social qualcosa come 385 mila follower e che si descrive come “la pagina che racconta la città di Milano dagli occhi dei cittadini, in modo diretto e apolitico, al fine di contribuire alla conservazione e alla valorizzazione delle bellezze della città e soprattutto per renderla più sicura”. L’idea, già lanciata nello scorso mese di aprile, promossa dalla pagina e indirizzata e al Pm Romanelli della Procura di Milano, oltre che alle istituzioni tra cui il Sindaco Giuseppe Sala, è quella di una raccolta firme volta a modificare la legge.  

“I cittadini sono ESASPERATI – si legge nelle motivazioni della petizione – LA PAZIENZA È FINITA. Firma questa raccolta firme se credi che la legge non debba più tutelare le borseggiatrici ma debba proteggere i cittadini e far sparire questa piaga”.

Firmare è facile, al momento si contano oltre 21.500 sottoscrizioni, un numero alto ma non ancor sufficiente per essere presi sul serio. E’ per questo che nella giornata odierna la richiesta di raccolta firme è stata rilanciata sui social. La petizione si trova su Change.org! e i promotori dell’iniziativa ci tengono a specificare: “centinaia di persone non hanno firmato perché pensavano che fosse obbligatorio donare alla piattaforma. Non c’è bisogno di alcuna donazione, basta cliccare che non volete donare al momento della firma”.

La polemica con la consigliera Romano (Pd)

Un dibattito acceso, che coinvolge da settimane anche l’asset politico milanese. Proprio nei confronti di MilanoBellaDaDio si era scagliata la consigliera del Pd Monica Romano che aveva accusato gli amministratori della pagina di “generare violenza pubblicando video delle borseggiatrici sui social solo per fare hype”. Nel rilanciare la petizione il blog ha risposto anche a questo: “Tanti mi accusano di sguazzare nel problema per fare visualizzazioni. Ora il problema non sono le borseggiatrici ma chi le segnale. Hanno spostato l’attenzione su quello che volevano e il problema rimarrà”.