La Cina torna a censurare Winnie The Pooh, l’orsacchiotto Disney protagonista dell’omonima serie di romanzi per ragazzi ideata da Alan Alexander Milne. È successo quando sta per uscire nelle sale di tutto il mondo un film horror ispirato proprio al tenero orsacchiotto – ‘Winnie The Pooh: Blood and Honey’ – rivisitato in versione slasher tramite la penna e la regia di Rhys Frake-Waterfield. Secondo quanto riportato dall’AGI il film non verrà erogato nelle sale cinematografiche di Hong Kong per motivi “tecnici”. Ma le motivazioni sarebbero da rinvenire in ben altro.
Perché la Cina Censura Winnie The Pooh
I motivi dell’astio di Pechino verso Winnie the Pooh hanno origine nel 2013 quando il presidente cinese Xi Jinping incontrò per la prima volta il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, l’immagine dei due leader venne accostata a quella di Winnie the Pooh e Tigro.
Winnie the Pooh is now banned in China for resembling President Xi Jinping https://t.co/o5rFYu9lQQ pic.twitter.com/hVS6yP8E3r
— The Verge (@verge) July 23, 2017
Non fu un caso isolato. Nel 2014, un’immagine di Xi che stringeva la mano all’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe è stata paragonata a un cartone animato in cui l’orsetto goloso stringeva la zampa all’avvilito asinello Eeyore. Anni dopo, nel 2018, anche l’emittente televisiva HBO è stata bloccata per un mese in Cina dopo uno sketch in cui il comico John Olivier citava le accuse di violazioni dei diritti umani da parte del governo cinese e la somiglianza del presidente cinese con Winnie The Pooh. Era stato usato anche in relazione al nervosismo, sempre più evidente, per le politiche restrittive di Pechino sulla pandemia di Covid. Sempre su Twitter, si era diffuso un breve video che ritraeva una tazza di cappuccino con in cima un dolce gelatinoso a forma di Winnie The Pooh che dorme beato: con un cucchiaino l’autore del video cercava di “svegliare”, ovviamente senza riuscirci. Insomma, negli anni il personaggio di fantasia della Disney è diventata una maschera attraverso la quale veicolare messaggi satirici ed accusatori nei confronti del presidente Xi Jinping e del Partito Comunista. Quindi, dello stato cinese.
Winnie the Pooh: Blood and Honey vietato in Cina
Ecco spiegato il motivo del perché ‘Winnie the Pooh: Blood and Honey’ è stato vietato in Cina. L’amministrazione della Regione Speciale Cinese non ha commentato questa decisione ma, secondo quanto è possibile ricostruire, il divieto potrebbe trovare appiglio giuridico in una legge approvata nel 2021 dalla Cina che vieta la proiezione di film che “incoraggiano attività che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale”. E, visto che Winnie the Pooh è diventata un’arma di polemica nelle mani delle penne e delle menti più critiche, potrebbe essere stato considerato pericoloso dai vertici statali cinesi procedere alla distrubuzione del film in questione.
Un’arma di critica popolare ma anche di critica politica e geopolitica. In America, infatti, hanno capito il giochetto e lo hanno fatto proprio. Mike Pompeo, ad esempio, ha pubblicato circa un mese fa l’immagine dell’orsacchiotto che scende dal cielo tenendo il filo di un palloncino, in una chiara allusione all’incidente diplomatico innescato dal pallone spia cinese abbattuto dagli Stati Uniti al largo delle coste del South Carolina.
Non stupisce, quindi, la decisione di Pechino. La Cina, tra l’altro, non è nuova ad interventi di censura di questo tipo. Sempre nel nome della difesa dell’immagine del paese e del leader Xi Jinping.