Morto Citto Maselli regista. Per il pubblico italiano e tanti attori e artisti che hanno avuto la possibilità di conoscere Citto Maselli oggi è un giorno triste: il regista è morto all’età di 92 anni lasciando un vuoto incolmabile. Un vero professionista del cinema, popolare per i suoi lavori “Gli indifferenti” e “Storia d’amore”.

Era nato a Roma il 9 dicembre 1930. Maselli era iscritto al Pci fin dal Dopoguerra, tra i vari film a cui lavorò ricordiamo anche Il Sospetto, 1975, Codice Privato, 1988, e Le Ombre Rosse, l’ultimo lungometraggio, datato 2009.

Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito” ha annunciato Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

Morto Citto Maselli regista di “Gli indifferenti”

All’anagrafe Francesco Maselli, il professionista del cinema avrebbe compiuto tra poco 93 ma oggi se n’è andato lasciando tutti di stucco. Indimenticabile fu il suo lavoro per il film “Gli indifferenti”, tratto dal romanzo omonimo di Moravia che attirò l’attenzione di molti spettatori ed ebbe un successo strepitoso nel corso degli anni. Poi ancora “I delfini” con Tomas Milian e Claudia Cardinale. Conosciuto anche per aver debuttato nella Settima Arte grazie all’incontro con Luigi Chiarini, a questo percorso seguì poi l’incontro con Michelangelo Antonioni con il quale lavorò come cosceneggiatore e aiuto e poi con Cesare Zavattini per il quale girò un episodio del film “Amore in città”. Il primo film di Maselli come regista fu “Gli sbandati”, 1955, che girò quando aveva appena 23 anni.

La sua passione per il cinema si allineò sempre all’impegno politico. Infatti, Maselli fu un militante della sinistra italiana.

Militante della sinistra italiana

Fin da giovanissimo non esitò ad avvicinarsi alla politica tanto che guidò gli studenti delle medie antifasciste e, successivamente con la Liberazione, si iscrisse al Pci.

E proprio pochi giorni fa, il regista aveva deciso di riprendere la tessera dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, comunicando a tutti la sua decisione: “Ho iniziato a 14 anni a combattere il fascismo con gli studenti medi del liceo Tasso di Roma nel 1944 e ho continuato a farlo tutta la vita. Mai come in questo momento c’è bisogno di combattere contro l’intolleranza, la sopraffazione, la violenza, le discriminazioni, le ingiustizie sociali. Mai come in questo momento c’è bisogno di difendere la nostra Costituzione nata dalla Resistenza, di combattere per la pace e contro ogni guerra. Per questo a 92 anni ho voluto riprendere la tessera dell’Anpi”.

Nel giorno della sua morte, Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea non ha potuto fare a meno di dedicare un messaggio commovente e toccante al grande maestro. In una nota pubblicata dal partito si legge: “[…] ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile”. Poi ancora: “Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione. Dopo lo scioglimento del Pci, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno. Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale”. Poi conclude: “Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione”, conclude Acerbo ricordando Maselli”.