Furbetti reddito di Cittadinanza Catania. 267 ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza sono stati scoperti dai Carabinieri e per cui sono già state avviate le procedure affinché le somme vengano restituite allo Stato. A Catania, dopo una serie di indagini, è emerso che un gruppo di quasi trecento persone percepiva il reddito di cittadinanza senza averne diritto, mettendo in atto una truffa ai danni dello stato per oltre un milione di euro. Tra di loro, per esempio, c’era un 44enne che viveva in un alloggio popolare intestato al padre e per cui non pagava l’affitto da 30 anni, dichiarando invece di saldare regolarmente la pigione. Presenti nella lista anche una decina di parcheggiatori abusivi, diversi extracomunitari non residenti in Italia da 10 anni – come prevede invece la legge – e soprattutto alcuni pregiudicati già noti alle forze dell’ordine per reati gravi come traffico di droga, immigrazione clandestina, riciclaggio. La scoperta di questa mega truffa è arrivata al termine di un’operazione dei Carabinieri di Catania che hanno scovato diverse centinaia di irregolarità, una vera e proprio organizzazione per la frode. Le indagini erano state avviate diverso tempo fa, su alcune domande per ottenere il reddito di cittadinanza, su cui però, i dichiaranti, avevano omesso di usufruire già dell’indennità di disoccupazione agricola. Dagli accertamenti avviati erano emerse anche false attestazioni su composizione e redditi, dei loro nuclei familiari. Di li, a catena, sono venute fuori altre situazioni.
Catania, truffa del ‘reddito di cittadinanza’, chi c’è tra gli oltre 260 ‘furbetti’
Tra i deferiti anche pregiudicati in associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e all’immigrazione clandestina, estorsione, rapina, riciclaggio, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Partendo proprio dalle prime incongruenze emerse, è stato quindi possibile accertare, tra i percettori che non avevano alcun diritto, anche il coinvolgimento di 25 extracomunitari (brasiliani, guineani, marocchini, malesi, nigeriani, rumeni, senegalesi, srilankesi, tunisini e polacchi), che incassavano il beneficio anche se non residenti in Italia da almeno dieci anni, a cui si sono aggiunte altre 50 persone circa, che hanno invece dichiarato dati che non corrispondevano a verità, sulla situazione reddituale dei rispettivi e sulla composizione dei nuclei familiari, ricevendo il Reddito in misura maggiore rispetto a quanto invece avrebbero avuto diritto di ricevere. Denunciati anche undici appartenenti all’etnia semi-nomade, dei “Caminanti di Adrano“. L’indagine era partita nel 2021 proprio dai Carabinieri di Catania che già avevano scoperto altre centinaia di frodi. Quella appena conclusa infatti è l’ultima di una lunga serie, che dal 2021 ha già portato alla denuncia di altre 640 persone – precedenti a quelle emerse in questi giorni – che godevano senza diritto del Reddito di Cittadinanza, per un danno alle casse dello Stato, nel triennio 2020-2022, di circa 5 milioni di euro. L’indagine recente trae origine da un’attivita’ di analisi sulle posizioni dei cittadini percettori di erogazioni pubbliche elargite dallo Stato ed ha consentito di documentare come gli indagati, ricorrendo a dichiarazioni mendaci, o al contrario omettendo informazioni in possesso, avrebbero ottenuto il sussidio senza averne diritto. Tre, in particolare, i modus operandi con i quali gli autori della truffa, si concretizzeranno le frodi. Il primo, come già detto, e riguardava la maggior parte dei deferiti, si riferisce a coloro che nonostante fossero già percettori di indennità di disoccupazione agricola e che avrebbero inoltre evitato di dichiarare il reddito da lavoro dipendente a giornata. Le cosiddette “giornate di lavoro”, situazione incompatibile per la concessione del “Reddito di cittadinanza” o, quanto meno, utile per rideterminarne l’importo. Il totale complessivo riscosso indebitamente dalle oltre duecentosessanta persone, a vario titolo, tra il 2019 e lo scorso settembre, ammonta ad oltre 1,3 milioni di Euro. Al riguardo, l’Inps ha già revocato il beneficio con efficacia retroattiva a tutti i denunciati e avviato le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito.