Nuovo rastrellamento di furbetti del reddito di cittadinanza (rdc) da parte Carabinieri di Catania, in collaborazione con la Direzione Provinciale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Complessivamente accertate 267 persone che percepivano il sussidio pur non avendone diritto, per un controvalore economico di 1,3 milioni di euro sottratti illegalmente alle casse dello Stato.

All’interno di questa pletora figure già note alle forze dell’ordine per altri reati (alcuni dei quali gravi legati a finalità mafiose o spaccio, o ancora immigrazione clandestina, estorsione, rapina, riciclaggio, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori). I casi più eclatanti riguardano un 44enne che viveva con il padre senza pagare l’affitto, una dozzina di parcheggiatori abusivi ed extracomunitari non residenti in Italia da oltre un decennio.

Furbetti Rdc, prime grane in Tribunale per la futura abrogazione

La provincia di Catania si conferma, suo malgrado, un feudo ricco di furbetti del reddito di cittadinanza (rdc). Con il blitz odierno salgono a 640 le persone denunciate per aver riscosso indebitamente l’assegno negli ultimi tre anni, per un totale di circa 5 milioni di euro quale danno all’erario.

Le indagini sono partite da una cerchia ristretta, nella quale è stato accertato lo stesso “errore” che ha portato a galla il volume più ampio della truffa: in breve, confrontando altri moduli di richiesta relativi ad altri bonus sono emerse numerose incongruenze che hanno insospettito gli inquirenti, i quali hanno accertato le false dichiarazioni reddituali.

Intanto tengono banco i primi casi in cui i Tribunali sono formalmente impossibilitati a perseguire civilmente e penalmente i furbetti. Il motivo risiede nel fatto che la conclusione definitiva del reddito di cittadinanza fa contestualmente decadere anche le norme relative alle sanzioni per chi lo percepiva pur non avendone diritto. Nonostante manchino ancora diversi mesi alla sua entrata in vigore, la legge è già stata applicata in via provvisoria a Ravenna ma soprattutto a Roma. Il Governo, consapevole dei rischi connessi, sembra intenzionato a metterci una pezza in ragione dei numeri fraudolenti elevati.