Omicidio Cerciello Cassazione, è colpo di scena ma non per tutti. Tra lo stupore generale, lo scorso 16 marzo la Cassazione aveva annullato le condanne a 24 e 22 anni di detenzione per i due americani coinvolti nell’uccisione del carabiniere avvenuta a Roma il 26 luglio 2019. A differenza della famiglia della vittima e di buona parte dell’opinione pubblica, non resta, però, a bocca aperta il giornalista Fabrizio Berruti che aveva seguito il caso fin dall’inizio arrivando a scrivere, per Round Robin Editrice, il libro “Gabriel. Non ho ucciso nessuno” in cui, attraverso gli atti processuali e le testimonianze dei familiari e del ragazzo stesso, racconta la versione dei fatti di Gabriel Natale Hjorth, presunto complice dell’atto criminale. Da quella pagine emerge, secondo l’autore, l’innocenza dell’italo-americano che ad oggi è confermata dalla sentenza shock. Lo ha spiegato più dettagliatamente lo scrittore in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al venerdì in pieno drive-time dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.

Omicidio Cerciello Cassazione, nessuna sorpresa dalla sentenza

“C’era da aspettarselo. Non è stata una sorpresa perché chi ha seguito il processo sa che è stato tutto improntato su due aspetti che non si sono dimostrati soldi. Da una parte, si puntava sul fatto che i due ragazzi fossero a conoscenza del ruolo istituzionale di Cerciello e, dall’altra, nel caso specifico di Gabriel, sul fatto che sapesse dell’esistenza del coltello in tasca al suo amico americano e che fosse quindi complice del gesto efferato. Il primo punto è stato detonato dal secondo grado, dove si esprime estremo dubbio sulla possibilità di dimostrare che i carabinieri in borghese avessero avuto il tempo di estrarre e mostrare i loro tesserini. Il secondo punto ha smesso di esistere dopo una perizia del RIS dei Carabinieri che ha stabilito che non erano presenti tracce biologiche di Gabriel sull’arma. Diventa quindi impossibile sostenere che il ragazzo l’abbia lavata dal sangue in albergo, cosa che ha dichiarato di aver fatto invece Elder che ha oggettivamente sferrato le 11 coltellate alla vittima.”

Omicidio Cerciello Cassazione, sul perché scrivere questo libro

“Il libro parla solo di Gabriel. Ho deciso di scriverlo perché questa storia mi ha molto colpito. Io sono un padre di un ragazzo della sua età e sono consapevole che certe cose nelle grandi città possono avvenire. Poi, per il lavoro che faccio da giornalista, vivo in mezzo alle carte giudiziarie e nel caso del giovane italo-americano ho notato subito che non venivano considerati i suoi diritti di innocenza. In Italia vige l’onere della prova, sei tu che devi dimostrare la mia colpevolezza e non io che mi devo scagionare dalla accuse. Ho voluto agire perché mi sembrava che ci fosse una presunzione di colpevolezza di Gabriel Natale Hjorth.”

Sul rapporto con Gabriel Natale Hjorth

“Lo considero quasi come un figlio aggiuntivo. Il libro “Gabriel. Non ho ucciso nessuno” è pieno di lettere e mail che ci siamo scambiati. E’ pieno di ricordi e di interventi suoi e dei suoi familiari. E’ lui il protagonista dell’opera e scoprendo chi è e come ha trascorso quella notte si arriva alla conclusione delle pagine che sono esattamente la conclusione della sentenza della Cassazione.”

Su Cerciello Rega

“Dimostrare l’innocenza di Gabriel, però, non deve distogliere da un passaggio chiave. Elder le undici coltellate le ha date e il povero Mario Cerciello Rega è la vittima di questa aggressione. Una persona che è caduta facendo il proprio lavoro e su cui non posso che far convogliare anche il mio dolore.”

Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Fabrizio Berruti sulla sentenza della Cassazione:

https://www.radiocusanocampus.it/it/fabrizio-berruti-gabriel-non-ho-ucciso-nessuno

Ecco la copertina del libro “Gabriel. Non ho ucciso nessuno” di Fabrizio Berruti:

Omicidio Cerciello Cassazione