Prosegue la polemica intorno ai cori antisemiti sentiti nel derby con la replica della Lazio che ha deciso di pubblicare un comunicato sui propri canali ufficiali. La Lazio ha sottolineato ancora una volta la condanna verso certi comportamenti prendendosi l’impegno che sarà utilizzata una linea dura nei confronti di chi trasgredisce. Il Patron Claudio Lotito ha sempre mostrato grande attenzione su certe tematiche e ha quindi voluto rispondere alle accude piovute questi giorni sul club dopo il tweet della Presidente della Comunità Ebraica, Ruth Dureghello.
Cori antisemiti, la replica della Lazio
“La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. Le condanne della Società contro azioni di questo tipo, che nulla hanno a che fare con il tifo sano come viene rappresentato dalla Società, sono sempre state puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni. La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti.
L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire, denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni. La Lazio si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti.
Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche”.
La ricostruzione
La denuncia è partita dalla Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dugherello che aveva twittato: “Una curva intera che canta cori antisemiti, un ‘tifoso’ in tribuna con la maglia Hitlerson e il numero 88 e noi, come sempre, gli unici a indignarci e a protestare. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla?”. In mezzo ai tanti tifosi laziali che cercano invano di far capire all’opinione pubblica quanto la categorizzazione di una tifoseria intera sia sbagliata, ha risposto anche il nuovo Ministro dello Sport.
Andrea Abodi ha garantito il massimo impegno per evitare di replicare certe situazioni: “Come Ministro per lo Sport sento di porre le scuse alla comunità ebraica, anche se certamente non bastano, c’è bisogno di un impegno più sistematico. Anche il sistema sportivo e nella fattispecie la Lega Serie A e i club si devono assumere ulteriori responsabilità facendo in modo che chi si comporta come abbiamo visto ieri non entri più negli stadi. È evidente che c’è un deficit culturale che nel 2023 diventa insopportabile”.
“Credo che da un lato bisogna cercare di reprimere questo tipo di comportamento, dall’altro bisogna lavorare per prevenire. Con quali misure? Intensificando ulteriormente la collaborazione con i club e con le leghe. È del tutto evidente che entrare con una maglietta del genere non possa passare inosservato e il fatto che durante una partita rimanga come se nulla fosse, non soltanto per il numero 88, il cui significato è noto a tutti, ma addirittura con quella denominazione irripetibile, vuol dire che abbiamo ancora degli enormi margini di miglioramento sui quali dobbiamo tutti sentirci mobilitati” ha concluso il Ministro dello Sport.